PALERMO – Per accelerare l’esame della manovra di stabilità, al Palazzo dei Normanni prende sempre più corpo l’ipotesi di stralciare le norme ordinamentali e territoriali, rinviandone la trattazione al prossimo anno. Il disegno di legge passerebbe così dagli attuali 134 articoli a circa 50-60 disposizioni, con l’obiettivo di chiudere la votazione entro il 20 dicembre, come ribadito in aula dal presidente dell’ARS Gaetano Galvagno.
Nel corso della seduta serale, l’esame del testo ha registrato un duro colpo per il governo, andato sotto su due articoli riguardanti interventi per il contrasto agli incendi. Decisivo è risultato il voto segreto, richiesto dalle opposizioni e sostenuto dai franchi tiratori della maggioranza.
L’aula, sospesa alle 23, tornerà a riunirsi oggi alle 10,30. «Sto valutando un possibile stralcio, che eventualmente sarà comunicato domani in aula», ha confermato Galvagno a fine seduta.
Clima teso in Sala d’Ercole dopo una lunga pausa per una capigruppo particolarmente accesa. Al rientro, il presidente dell’ARS ha utilizzato toni durissimi nei confronti dell’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, accusato di continue riscritture delle norme che avrebbero disorientato i deputati: «Basta con le riscritture, vado avanti. La pazienza? Ne ho avuta fin troppa», ha tuonato Galvagno, arrivando a chiedere all’assessore di “guardarlo negli occhi” e chiarire se avesse cambiato idea. Nel mirino, in particolare, la modifica di una norma che avrebbe stravolto accordi presi con diversi parlamentari, tra cui il leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, tra i più critici verso l’operato di Dagnino.



