Il Marocco ha scelto il calcio come progetto di sviluppo (anche turistico)

Il Marocco ha scelto il calcio come progetto di sviluppo (anche turistico)

RABAT – Il Marocco ha scelto il calcio come linguaggio universale per raccontare se stesso al mondo. Non solo risultati sul campo, ma una strategia strutturata che intreccia sport, sviluppo economico e attrattività internazionale. Il pallone diventa visione di Paese, leva politica e motore turistico. Un percorso che oggi trova conferma nella doppia consacrazione internazionale: l’organizzazione della prossima Coppa d’Africa e il ruolo da protagonista nei Mondiali di calcio del 2030.

In questo scenario può cambiare l’approccio stesso ad un possibile viaggio in Marocco, pensato per attraversare il Paese seguendo il filo rosso dello sport e, in particolare il calcio, accettando una nuova dimensione turistica che non smette di accompagnare il visitatore nei luoghi simbolo di una nazione che ha scelto d’investire in ogni modo sul proprio futuro.

Dalle città simbolo alla modernità che corre

Il percorso prende quindi avvio da Casablanca, capitale economica del Regno di e città che incarna la spinta modernizzatrice del Marocco. La visita alla moschea Hassan II, al quartiere degli Habous e alla Cattedrale del Sacro Cuore consente di cogliere la complessità di una metropoli proiettata verso l’Europa e l’Africa, dove tradizione e futuro giocano nella stessa squadra.

Il viaggio prosegue verso Fès, cuore spirituale e culturale del Paese. La medina, i riad e le architetture storiche raccontano un Marocco profondamente legato alle proprie radici. Un passaggio chiave per comprendere come lo sviluppo non sia un corpo estraneo, ma parte integrante di una strategia che valorizza identità e storia. Il transito da Meknès, città imperiale, rafforza questa lettura prima dell’arrivo a Rabat, centro politico e istituzionale del Regno, ma anche della consacrazione del sogno cullato inseguendo un pallone con addosso la maglia dei Leoni dell’Atlante.

Rabat, dove il calcio diventa sistema

Le giocatrici della Nazionale femminile del Marocco che hanno partecipato alla Coppa del Mondo del 2023

È a Rabat che il viaggio entra nel cuore del progetto sportivo nazionale. Qui il calcio marocchino mostra la sua struttura e la sua visione. La visita all’Accademia Mohammed VI, costruita a Salè, rappresenta il momento più significativo del percorso. Un centro di eccellenza riconosciuto a livello internazionale, dove la formazione dei giovani talenti – ragazze e ragazzi – segue un modello integrato che unisce preparazione atletica, istruzione scolastica, disciplina e crescita personale.

La maglia dell’arbitressa Bouchra Karboubi

Il calcio diventa metodo educativo e strumento di inclusione. Un investimento che ha già prodotto risultati concreti, contribuendo alla competitività delle nazionali giovanili e della selezione maggiore, e che spiega perché il Marocco oggi sia una presenza stabile nel panorama calcistico internazionale. Nel centro è ospitata anche un ufficio Fifa, oltre che quella della Federation Royale Marocaine de Footbal, insieme al museo del calcio marocchino. Qui sono conservate non solo tutte le maglie e le foto delle nazionali – maschili e femminili – che hanno partecipato alle competizioni mondiali, ma anche la maglia della prima donna araba (marocchina) ad aver condotto una competizione internazionale (Coppa d’Africa 2023).

Accanto alla formazione, il viaggio affronta il tema delle grandi infrastrutture sportive con la visita al complesso Moulay Abdellah, uno degli impianti simbolo del calcio marocchino. Uno stadio pensato per ospitare eventi di livello continentale e mondiale, perfettamente inserito nel percorso che porterà il Paese a organizzare la Coppa d’Africa e a prepararsi ai Mondiali del 2030.

Il Marocco, nuova meta del turismo sportivo

Il Marocco si propone oggi come una destinazione emergente per il turismo sportivo. Stadi moderni, accademie d’eccellenza e una pianificazione coerente fanno del calcio un elemento centrale dell’offerta del Paese. Viaggiare in Marocco significherà non solo assistere alle competizioni, ma entrare in contatto con un sistema sportivo in piena evoluzione.

Ospitare la Coppa d’Africa e partecipare all’organizzazione dei Mondiali del 2030 rappresenta un riconoscimento internazionale che rafforza l’attrattività del Paese, con ricadute che vanno oltre il campo da gioco: turismo, infrastrutture, occupazione e reputazione globale.

Un ponte sportivo nel Mediterraneo

Il Marocco si afferma come un ponte naturale tra Africa ed Europa, perchè il Marocco – spiegano le sue guide – “è come un albero con radici salde sul suolo africano e le foglie che vanno verso l’Occidente”. Così possono unirsi le due sponde del Mediterraneo, anche attraverso lo sport. Il calcio diventa linguaggio comune, occasione di scambio culturale e motore di sviluppo. Un viaggio che racconta un Paese in movimento, dove il pallone non è solo spettacolo, ma progetto, identità e futuro.