PALERMO – Il rilascio delle salme, al Policlinico di Palermo, era diventato un business. Lo ha scoperto la Procura, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, che ha chiesto l’arresto di 15 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione e concussione.
Tra gli indagati operatori della camera mortuaria dell’ospedale e titolari di imprese funebri e loro dipendenti. La richiesta dei pm è stata notificata e il gip dovrà ora fissare gli interrogatori preventivi al termine dei quali deciderà se disporre o meno il provvedimento cautelare.
L’inchiesta al Policlinico di Palermo
Gli inquirenti hanno scoperto una associazione criminale, di cui facevano parte alcuni operatori dell’obitorio del Policlinico, che aveva una organizzazione precisa con tanto di regole per spartirsi i guadagni. I dipendenti dell’ospedale, in cambio di denaro (era stato predisposto un vero e proprio tariffario), acceleravano e “oliavano” le pratiche per la definizione del rilascio delle salme o delle vestizioni affidata dai familiari alle imprese funebri e la cura degli aspetti burocratici. L’imprenditore che si rifiutava di partecipare al business criminale veniva minacciato e ostacolato nella sua attività.
L’inchiesta nasce a Milano. Qui gli investigatori intercettarono uno dei titolari di pompe funebri di Palermo incaricato da un collega milanese di occuparsi delle pratiche per il trasferimento nel capoluogo lombardo del cadavere di un uomo morto in Sicilia. Non sapendo di essere “ascoltato” dagli inquirenti, il palermitano ammetteva candidamente al telefono di aver dato 100 euro a un operatore della camera mortuaria aggiungendo “perché qui funziona così”. La Polizia ha così approfondito la vicenda accertando l’esistenza di un vero e proprio sistema corruttivo.
I 49 casi scoperti
Sono almeno 49 i casi di corruzione scoperti in poco più di un anno di indagine . Si trattava dei corpi di pazienti deceduti nel nosocomio o per cui era stata disposta l’autopsia dalla magistratura. Tra gli episodi finiti nell’inchiesta anche la pratica relativa alla salma di Francesco Bacchi, il giovane ucciso fuori da una discoteca di Balestrate a gennaio del 2024.
“Mii, un mare di piccioli (soldi ndr) ci sono qua”: così, non sapendo di essere intercettato, un operatore della camera mortuaria del Policlinico di Palermo commentava con i colleghi le mazzette che avrebbero incassato da una impresa funebre per aver “oliato” la pratica per la restituzione della salma di Francesco Bacchi, il ragazzo ucciso dopo una lite in discoteca nel 2024. “Allora Di Fatta e Marchese 150, io la mia parte me la sono presa, 45 tu, 45 Marcello e sono 90…questo è il foglio della salma che arriverà domani”, aggiungeva.
Alcune dazioni di denaro sono state riprese dalle telecamere piazzate dagli investigatori che hanno immortalato il dipendente di una impresa di pompe funebri, Marcello Spatola, mentre consegnava 4 banconote da 50 euro a Marcello Gargano, operatore del Policlinico. “Uno, due, tre e quattro…sono giusti ?” chiedeva Spatola. “Giustissimi… grazie sempre”, rispondeva l’interlocutore. L’incontro tra i due era stato preceduto da telefonate in cui si faceva riferimento ai documenti relativi alla salma di un paziente. E ancora, in un’altra intercettazione, una donna chiedeva all’operatore Salvatore Lo Bianco: “ma i picciuli te li ha dati?”, rispondeva lui: “mi ha dato questi e gli altri che mi portò ora”.
Fonte foto Ansa



