CATANIA – È stata emessa, dalla terza sezione penale del tribunale di Catania, la sentenza di non luogo per prescrizione nei confronti degli imputati coinvolti nel processo sull’inchiesta ‘Pandora’, datata 2013. La causa legale riguardava delle presunte irregolarità circa la gestione di enti di formazione.
Inchiesta “Pandora” del 2013, i nomi oltre Saffo e Cavallaro
Coinvolte nel processo anche alcune società riconducibili all’imprenditore Giuseppe Saffo e al nipote, Francesco Luigi Cavallaro. A 12 anni dalla vicenda quindi, come riportano i colleghi de La Sicilia, la prescrizione è scattata in seguito alla riqualificazione – da parte del collegio giudicante – in truffa nei confronti dello Stato il reato contestato dalla Procura di peculato.
L’accusa aveva così chiesto, per Saffo e Cavallaro, una condanna di 14 anni di reclusione ciascuno. I due sono stati in seguito prosciolti dal tribunale, insieme ad altri nomi come: Eleonora Fortunata Viscuso, Filippo Colombino, Domenico La Porta, Giuseppe Bartolotta, Maria Concetta Cavallaro, Domenico Di Franca, Salvatore La Fata, Antonio Salvatore Leonardi, Salvatore Arcifa, Manuela Vittoria Nociforo, Fernanda Maria D’Amore, Enrico Di Dio, Francesca Giardina, Giuseppe La Spina, Angela Maria Lombardo, Stefano Porto, Marcello Pulvirenti, Alessandro Saffo, Francesca Alessandra Padella, Valentina Antonella Alù.
La posizione dei legali, Marchese: “Restituita dignità”
Seppur con la prescrizione non si entrerà nel merito delle contestazioni rimane comunque una grande soddisfazione per gli avvocati del collegio difensivo. Quest’ultimi sono: Franco Passanisi, Simone Marchese, Salvatore Liotta, Ornella Valenti, Carmelo Peluso, Tommaso Tamburino, Pietro Granata, Rino Licata, Salvatore Carrera, Vittorio Lo Presti, Caterina Galasso, Enzo Pisano, Francesco Turrisi.
Conclude infine l’avvocato Simone Marchese, che ha dichiarato: “È stata restituita dignità a persone che hanno dato anche tanto all’economia della Regione Siciliana. Si chiude sicuramente un capitolo triste. Attendiamo di leggere le motivazioni, che arriveranno fra 90 giorni, per valutare altre azioni. Perché ricordiamo che Saffo e Cavallaro sono stati sottoposti a una misura cautelare per sei mesi“.



