ITALIA – Grande successo per la fiction “L’altro ispettore”, conclusasi ieri sera con l’ultima di tre puntate, ma con un finale aperto e pieno di domande, dubbi e perplessità, che lascia spazio ad un seguito, con nuovi episodi, quasi sicuro. Finalmente, dopo numerose Serie TV in cui finora gli ispettori sono sempre stati di polizia, stavolta il ramo è quello della sicurezza sul lavoro.
“L’altro ispettore“, la fiction con Alessio Vassallo e Cesare Bocci
Una fiction che ha lo scopo di far luce sui troppi incidenti nei luoghi di lavoro, che ogni anno spezzano vite, sogni e futuro di molta gente. Infatti, che sia per negligenza, apparecchiature non in regola con le normative vigenti, poco controllate/supervisionate, o anche “solo” per errore umano, episodi che vedono coinvolte numerose persone, sono quasi all’ordine del giorno.
Nelle varie puntate, dai titoli “Ritorno a casa“, “Fantasmi dal passato“, “Il carro del vincitore“, “Gli uomini di pietra“, “Fine corsa” e “Seconda occasione“, abbiamo come protagonista il siciliano Alessio Vassallo, che interpreta il ruolo di Domenico Dodaro, detto “Mimmo“, un ispettore del lavoro attento, preciso, meticoloso, che cerca di far emergere sempre la verità nei casi che gli vengono sottoposti.
Il ritorno a Lucca, in Toscana
Dopo aver smantellato un’ampia rete di caporali nei territori di Calabria e Basilicata, Domenico decide di tornare a Lucca, città in cui è nato e cresciuto. A seguito della scomparsa prematura della moglie Laura, malata da tempo, sceglie di trasferirsi insieme a sua figlia Amalia, per tutti “Mimì“, in Toscana, per tornare alle origini e stare vicino al resto della famiglia.
Una volta arrivato, si sente immediatamente circondato dall’affetto della madre Carla e della sorella Lucrezia. Oltre loro ci sono anche il fidanzato di quest’ultima, Dissenso, e un caro amico di famiglia, nonché collega del padre, Alessandro, interpretato da Cesare Bocci.
Il passato che riemerge
Già nella prima puntata “sbucano” fuori due amicizie del passato, infatti incontra dopo parecchio tempo le compagne di scuola Raffaella Pacini ed Eleonora Lagonegro. La prima, da sempre “rivoluzionaria”, che si batteva per i diritti fin dai tempi del liceo, soprannominata ironicamente all’epoca come “Rivolta Pacini“, la seconda invece, la classica “bella della scuola” che tutti guardano e per la quale Mimmo aveva un debole.
Raffaella, adesso pubblico ministero, affianca Domenico nella risoluzione dei casi, per scoprire la verità sulle cosiddette “morti bianche“. Diversi gli incidenti sul lavoro che si verificano nel corso degli episodi, ma Dodaro, un uomo leale, coraggioso e incorruttibile, cerca di fare la qualunque pur di dare giustizia alle vittime, con le rispettive famiglie.
C’è un caso però in cui non è mai riuscito a venirne “a galla”, ovvero la morte del padre Pietro, deceduto sul lavoro circa vent’anni prima, mentre si trovava in un cantiere, e quando il figlio era ancora adolescente.
Un mistero irrisolto
Il tutto rimane avvolto in un fitto mistero, nel quale sembrerebbe esserci il coinvolgimento sia di Alessandro, rimasto poi paralizzato e in sedia a rotelle, in quanto anch’egli vittima dello stesso incidente, e “l’insospettabile” Eleonora Lagonegro che, secondo alcune ipotesi, tiene in mano le “redini” della vicenda che riguarda la morte del padre di Domenico.
Nell’ultimo episodio di ieri sera, proprio pochi minuti prima della fine, quando Mimmo scopre che quello del padre non è stato un incidente, viene raggiunto da Raffaella insieme a degli agenti, e accusato di corruzione aggravata nelle vesti d’ispettore del lavoro, e concorso esterno in associazione di tipo mafioso, a causa di una finta intercettazione telefonica fornita da un collega, invischiato in loschi giri, al quale infastidisce la perseveranza di Dodaro in situazioni da cui, secondo lui, dovrebbe rimanere fuori.



