SICILIA – Il quadro delineato dalla Corte dei Conti sul sistema dei rifiuti in Sicilia è severo e mette in luce problematiche strutturali che, secondo i giudici, si trascinano da decenni. Nella delibera approvata ieri dalla sezione di controllo per la Regione siciliana, si sottolinea come il ciclo dei rifiuti dell’Isola continui a soffrire di pesanti criticità.
I magistrati affermano che in Sicilia il ciclo dei rifiuti “è caratterizzato da gravi carenze programmatorie, organizzative, gestionali, informative ed attuative, che determinano a cascata ancor più gravi inefficienze nella pianificazione, nel monitoraggio e controllo delle attività e, conseguentemente, nell’impiego delle risorse pubbliche”.
La mancanza di una pianificazione solida
La mancanza di una pianificazione solida rischia di compromettere l’intero sistema impiantistico. I giudici spiegano infatti che “la carenza di una pianificazione attendibile rischia di inficiare, in partenza, il completamento di tutta la rete impiantistica integrata, come del resto dimostrano cinque lustri di gestioni commissariali, che avevano come obiettivo la realizzazione delle infrastrutture necessarie, ma che – anche per la mancanza di una visione di carattere generale – non hanno prodotto i risultati auspicati”.
La delibera riguarda il “referto sulla gestione del ciclo dei rifiuti nella Regione siciliana, sull’economia circolare e, in generale, sulle azioni a tutela dell’ambiente e di manutenzione e di valorizzazione del territorio”, approvato ieri, e rappresenta un nuovo passaggio in un confronto già in atto con la Regione siciliana e gli altri enti coinvolti.
I magistrati della Corte avanzano 11 richieste di chiarimento, tra cui la necessità di “fornire un riscontro informativo e tecnico sul dimensionamento dei termovalorizzatori e delle discariche, anche alla luce dei dati più recenti relativi ai flussi di rifiuti urbani”.
Segnalata la mancanza di documentazione
La Corte segnala nuovamente una grave mancanza di documentazione sulle gestioni commissariali che, come si legge, avrebbe impedito di effettuare un controllo completo sulle opere realizzate e sull’effettiva messa in funzione delle infrastrutture finanziate. Nonostante il contraddittorio in corso, si torna infatti a evidenziare la “grave ed ingiustificabile carenza della documentazione riguardante le gestioni commissariali”, che ha impedito ai magistrati di accertare con precisione “quali infrastrutture pubbliche siano state realizzate con i fondi assegnati ai commissari e quali di esse siano attualmente in funzione”.
A questo si aggiunge, secondo la delibera, un problema di governance ancora irrisolto:
“Tra l’altro, più in generale, si riscontra una commistione non giustificabile tra le gestioni commissariali e la gestione ordinaria, non adeguatamente coordinate in un quadro unitario”.
La replica della Regione: “Non uno stop, ma un contributo per migliorare”
Alle osservazioni della Corte dei Conti replica Palazzo d’Orleans, attraverso una nota ufficiale che chiarisce il perimetro del controllo e gli impegni già assunti dalla struttura commissariale.
“Il referto della Corte dei Conti sulla gestione dei rifiuti nella Regione Siciliana, sull’economia circolare e sulla tutela dell’ambiente appena pubblicato si concentra su diversi decenni di attività delle amministrazioni statali e regionali competenti in materia delle quali tutte le amministrazioni pubbliche interessate debbono prendere atto. Avuto riguardo alle questioni inerenti il vigente Piano regionale per la gestione dei rifiuti (urbani e speciali) l’amministrazione commissariale intende, nel rispetto della funzione di controllo collaborativo offerto dalla Corte, raccogliere gli spunti ed i suggerimenti forniti che saranno oggetto di un confronto continuo in sede attuativa, proseguendo con determinazione nel completamento di un moderno ed efficiente sistema di gestione del ciclo dei rifiuti.”
La Regione chiarisce inoltre che non si tratta di un controllo bloccante, come accaduto per altre opere strategiche:
“Non si tratta di controllo su atti puntuali di rilevanza finanziaria, come nel caso della delibera CIPESS sul Ponte sullo Stretto con effetto sospensivo del procedimento, ma di controllo sulla gestione che si sostanzia, come evidenzia la stessa Corte: in ‘raccomandazioni sollecitatorie di interventi e misure correttive’.”
Nessuno stop, dunque, ma un invito a proseguire con maggiore efficacia: “Quindi nessun freno né paralisi, come qualcuno sostiene, semmai uno sprone a procedere con aggiustamenti che rendano più efficace il riordinamento avviato ed ancor più speditamente. La realizzazione di un modello che assicuri una gestione integrata del sistema dei rifiuti secondo i principi dell’economia circolare nel pieno rispetto della gerarchia dei rifiuti è l’obiettivo che stiamo proseguendo e che, attraverso il completamento della rete impiantistica e la realizzazione dei termovalorizzatori, dei quali è in corso di definizione la progettazione, potrà finalmente liberare la Sicilia da una questione per troppo tempo rimasta irrisolta. Impegno che il Governo Schifani ha assunto tre anni fa, al momento dell’insediamento”.



