Save the Children: a Palermo sempre più abbandono scolastico e giovani senza opportunità

Save the Children: a Palermo sempre più abbandono scolastico e giovani senza opportunità

PALERMO – I dati presentati da Save the Children, in occasione dell’incontro “Periferie: dove cresce il futuro”, restituiscono una fotografia chiara e preoccupante delle condizioni educative e sociali dei giovani nelle aree urbane più fragili del Paese. Palermo emerge tra le città con maggiori criticità, con differenze profonde tra quartieri.

I dati

Nel capoluogo siciliano, nel quartiere MalaspinaPalagonia, il 5,2% dei giovani abbandona precocemente gli studi, mentre il 17,3% non studia e non lavora. Guardando all’intero territorio comunale, la situazione diventa ancor più complessa: 1 giovane su 5 (19,8%) lascia la scuola prematuramente e 1 su 3 (32,4%) non è inserito né in percorsi formativi né nel mercato del lavoro.

Anche l’indicatore relativo alle famiglie in possibile disagio economico evidenzia divari significativi: a Palermo riguarda il 5,8% dei nuclei, mentre a MalaspinaPalagonia scende al 2,2%.

Completamente diversa, e decisamente più grave, è la situazione nel quartiere BrancaccioCiaculli, dove quasi 1 famiglia su 10 (9,9%) vive in condizioni di potenziale disagio economico. Qui 1 giovane su 3 (33,1%) abbandona prematuramente la scuola e quasi la metà (45,3%) non studia né lavora.

Un quadro che si riflette anche su scala nazionale: a Palermo e Napoli, sottolinea Save the Children, circa 14 giovani su 100 risultano esclusi sia dal sistema di istruzione che dal mercato del lavoro.

Le dichiarazioni di Daniela Fatarella

Durante l’incontro, la direttrice generale Daniela Fatarella ha ribadito l’urgenza di interventi tempestivi e strutturali.

“Migliaia di bambini, bambine e adolescenti in Italia vivono nelle periferie urbane, dove spesso le disuguaglianze socio-economiche, la scarsità di servizi scolastici, come mense e tempo pieno, e l’emergenza abitativa aumentano il rischio di fragilità sociale e isolamento – ha affermato aprendo i lavori di Periferie: dove cresce il futuro – Ma le periferie sono anche luoghi di grandi potenzialità, dove si sperimentano risposte nuove ai bisogni delle persone e delle comunità, attraverso l’innovazione e la creazione di reti e alleanze. Rigenerare le periferie non è solo una questione urbanistica: è una scelta politica e culturale. È prendersi cura delle persone e dei territori insieme. È immaginare città più giuste, dove la qualità della vita, i diritti e le opportunità siano distribuiti in modo equo, ovunque si abiti. Per questo motivo sono necessarie scelte politiche chiare e investimenti mirati per garantire pari opportunità di crescita a tutti i bambini e le bambine, senza lasciare indietro nessuno”.