Nuovo scenario del rapimento di Vittoria: il 17enne “venduto” da un amico che era con lui

Nuovo scenario del rapimento di Vittoria: il 17enne “venduto” da un amico che era con lui

VITTORIA – Si riaccendono i riflettori sul rapimento di Vittoria (Ragusa) ai danni del 17enne Gaetano Nicosia, portato via da un gruppo criminale composto da Gianfranco Stracquadaini, 50 anni, Stefano La Rocca, 23 anni, e Giuseppe Cannizzo, 41 anni. I tre hanno ricevuto due giorni fa l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Tradito da un amico che ha rivelato dove si trovava

E proprio tra le 38 pagine dell’ordinanza emerge un particolare, che però rappresenta molto più di un semplice dettaglio: un vero e proprio tradimento da parte di un amico del 17enne che si trovava con lui la sera del famoso 25 settembre scorso. Il ragazzo avrebbe tradito il “bersaglio” del sequestro, svolgendo il ruolo di “basista“. In questo modo avrebbe rivelatoin tempo reale, la sua esatta posizione” e permesso al ‘commando’ di “agire con precisione chirurgica“, facendolo arrivare “esattamente nel luogo e all’orario in cui il 17enne si trovava in strada assieme ad altri due amici”.

La ricostruzione del rapimento di Vittoria

A delineare il quadro relativo alla dinamica del sequestro è stato il Gip di Catania, Luigi Barone, che ha fatto presente le intenzioni del gruppo criminale: ottenere un riscatto di un milione di euro. Un piano andato in fumo a causa della perdita del cellulare della vittima durante il sequestro. Data l’assenza di un dispositivo sicuro per mettersi in contatto con i familiari, i tre avrebbero rinunciato al progetto.

Le perplessità di chi si occupa del caso

Il gip, nell’ordinanza emessa su richiesta del procuratore Francesco Curcio e dell’aggiunto Sebastiano Ardita, rileva che anche se “la volesse ritenere corrispondente alla realtà”, questa ricostruzione “attribuirebbe alla vicenda un epilogo grottesco che mal si concilia con l’attenzione con cui il rapimento era stato pianificato ed attuato e con le mire espansionistiche mafiose che, si sostiene da parte dell’accusa, avere animato Stracquadani e i correi”.

Il presunto legame con la mafia

“In realtà – osserva il gip Lombardo – è oltremodo probabile, anche se allo stato non dimostrato, che siano state ben altre dinamiche intervenute dopo il rapimento, tali da portare in brevissimo tempo alla liberazione dell’ostaggio con intervento di persone la cui identificazione consentirebbe di comprendere la relazione tra questo delitto e organizzazioni criminali mafiose operanti nel territorio di Vittoria. In assenza, però, di dati investigativi certi e precisi che illuminano sul contesto criminale nel quale la vicenda è maturata e si è risolta, deve allo stato escludersi la correlazione tra il delitto in esame ed eventuali consorterie mafiose che si assume essere state le beneficiari di questa azione”.