Aula “infuocata” all’Ars, respinta la mozione di sfiducia per Schifani

Aula “infuocata” all’Ars, respinta la mozione di sfiducia per Schifani

PALERMO – Si è conclusa la seduta a Sala d’Ercole, a palazzo dei Normanni, sulla mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione, Renato Schifani, depositata da Movimento 5 Stelle, Pd e ControCorrente. Ad avere la meglio sono stati i “no” nei confronti del documento proposto da Pd, M5s e Controcorrente: 26 i favorevoli a “mandare a casa” il governatore; 41 i contrari. Tre gli assenti: Alessandro De Leo (Forza Italia), Fabrizio Ferrara (FdI) e Carmelo Pace (Dc).

A presiederla è stato il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, per il quale – pochi minuti prima dell’inizio della seduta – la Procura di Palermo ha chiesto il processo con le ipotesi di corruzione e peculato.

Presente in aula il governatore siciliano.

Mozione di sfiducia a Schifani, De Luca (M5S): “Legislatura inconcludente e travolta dagli scandali”

Antonio De Luca, capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, ha spiegato: “Ci sarebbero voluti giorni per illustrare tutte le motivazioni che dovrebbero indurre il Parlamento a mettere la pietra tombale su questa legislatura inefficace, inconcludente, costellata da scandali, indagati e imputati e sicuramente una delle peggiori della nostra storia”.

“Ho dovuto fare una grossa scrematura, ma le cose che avrei potuto e voluto dire erano tantissime. Ho avuto solo l’imbarazzo della scelta per selezionare le cose peggiori fatte dal governo e dalla sua maggioranza”.

Il bilancio “fallimentare”

“Per alcuni questa mozione è inutile, visto che non dovrebbero esserci i numeri per farla approvare. Dissento in modo categorico. A parte il fatto che questa mozione è un atto dovuto: una reazione etica obbligata di fronte a un governo che si distingue per inefficacia e inefficienza, travolto da scandali in serie, delegittimato dalle inchieste della Procura e pronto a sciogliersi come neve al sole a ogni richiesta di voto segreto.

Questo mozione un risultato lo ha già ottenuto: è riuscita, presidente, a farle ritrovare la strada per Sala d’Ercole che aveva smarrito da mesi nonostante le nostre reiterate richieste e le sue promesse di presenziare a una seduta d’aula speciale sul disastro sanità”.

De Luca affonda Schifani: “In nome di Dio andatevene”

“Visto che lei – ha detto De Luca a Schifani – è amante dei premi, a tal punto da autoattribuirsene uno a spese dei siciliani, uno glielo assegno io. La nomino ambasciatore dei proclami fasulli, considerato che finora solo questo ha fatto, a partire dall’annuncio dell’azzeramento delle liste d’attesa fatto un anno e mezzo fa e purtroppo ancora oggi più vive che mai, alla lotta contro la raccomandocrazia che lei affermò essere una delle principali scommesse del suo governo, cosa che il caso Cuffaro, solo per fare un esempio, ha clamorosamente smentito”.

In nome di Dio andatevene”. Con questa frase di Oliver Cromwell (che nel 1653 sciolse un Parlamento inglese corrotto, inconcludente e aggrappato ai propri privilegi), il capogruppo M5S all’Ars Antonio De Luca ha concluso il suo discorso, annunciando il voto di sfiducia del M5S.

Un governo “che non c’è più”: le parole di Catanzaro (Pd)

“Mi rendo conto di parlare ad un governo che non c’è più. Al di là dell’esito della votazione di oggi, infatti, questo governo ha già esaurito ogni ragione politica di rimanere in carica. E non ha fallito solo in quest’aula parlamentare, ha fallito fuori da qui, ha fallito tra la gente, tra i siciliani che, ancora una volta, sono stati mortificati da chi li rappresenta”.

Queste le parole di Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars, che ha criticato il governo sui temi della sanità, sull’utilizzo delle risorse europee, sull’agricoltura e sulla disoccupazione giovanile.

Parlo ad un governo che non c’è più, perché si regge su una maggioranza che ormai è in guerra aperta al suo interno, tra i partiti e perfino dentro gli stessi partiti che la compongono. Parlo ad un governo che ha fallito da un punto di vista politico, amministrativo e dal punto di vista della credibilità pubblica“.

Sanità e inchieste: “Lupi rapaci al governo”

Facendo riferimento alle recenti indagini sulla sanità, Catanzaro ha detto: “Il panorama che si è svelato con gli ultimi fatti di cronaca era ampiamente prevedibile a dispetto di sbandierate redenzioni poco credibili, perchè il lupo perde il pelo ma non il vizio. E proprio di lupi ha parlato monsignor Lorefice quando ha detto che a governarci sono lupi rapaci”.

“Una buona amministrazione non si giudica dagli scandali che riesce a scansare. Una buona amministrazione gli scandali li previene. È fondamentale effettuare i controlli, perchè quando non ci sono o sono deboli si aprono le porte per la mala gestio”.

La Vardera: “Schifani fugge dal parlamento, il re è nudo”

Tra gli interventi emerge anche quello pronunciato dal deputato regionale Ismaele La Vardera, capogruppo di ControCorrente. “Presidente Schifani, lei fugge da questo Parlamento da mesi, fugge dalle sue responsabilità e dal disastro. Ha deciso di fare il presidente per interposta persona, affidando lo scettro del potere al suo amico Cuffaro”.

“Il re è nudo, il re Schifani è nudo. L’ignavia e l’inadeguatezza del suo governo sono noti a tutti tranne che a lui. Ordina ai suoi cortigiani di premiarlo e di incensarlo, si guarda tronfio affermando allo specchio: ‘Chi è il più bello del reame’, E in coro i suoi assessori dicono: ‘Sei tu, Presidente’. Si è guadagnato il nome di ‘Totò Schifani’. Lei non è stato il vero presidente, era Totò Cuffaro”.

Figuccia: “Serve responsabilità, possibile che ci siano colpi di scena”

È intervenuto anche Vincenzo Figuccia, deputato questore della Lega all’Ars, spiegando: “Ho ascoltato con attenzione gli interventi dell’opposizione. Sono state dette alcune cose meritevoli di riflessione. Serve un grande senso di responsabilità da parte di tutti, aldilà degli schieramenti. Stanno emergendo aspetti rilevanti che meritano approfondimento e scelte coraggiose”.

“La giornata è lunga e non si possono escludere colpi di scena“.

Il “dono” di Nuccio Di Paola (M5S)

“Presidente Schifani dato che nelle scorse settimane ci ha regalato un codice parlamentare, le faccio io adesso dono di un libro che le sarà certamente d’aiuto per imparare da colui che è stato davvero un grande presidente della Regione e che ha onorato la Sicilia e i siciliani, ovvero Piersanti Mattarella”.

A dichiararlo è stato il vice presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle Nuccio Di Paola che, intervenendo a Sala d’Ercole a sostegno della mozione di sfiducia proposta proprio dal Movimento 5 Stelle e dalle forze di opposizione, ha regalato il libro “Piersanti Mattarella scritti e discorsi” al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. Nei suoi 7 minuti di intervento, l’on. Di Paola ha ripercorso la gestione “fallimentare” del presidente Schifani e della sua maggioranza.

“Presidente Schifani – ha detto Di Paola – lei è già stato sfiduciato dalla sua stessa maggioranza e oggi abbia un sussulto di orgoglio, non legga il discorso che ha preparato ma si dimetta e solo così facendo, lascerà un ricordo positivo ai siciliani che la conoscono solo per gli scandali del suo governo e dei partiti che la sostengono”.

Fonte foto diretta Ars