Mozione di sfiducia nei confronti di Schifani, emersi i 15 punti dell’opposizione

Mozione di sfiducia nei confronti di Schifani, emersi i 15 punti dell’opposizione

SICILIA – Ammontano a 15 i punti, dalle inchieste giudiziarie alle riforme non approvate, alla base della mozione di sfiducia nei confronti del presidente della regione Renato Schifani. A svolgere la funziona depositaria sono il Pd, M5s e Controcorrente.

Mozione di sfiducia a Renato Schifani, i punti della premessa

La discussione in merito si terrà nella giornata di domani a Sala d’Ercole, a partire dalle 14. La premessa della mozione ha così citato le “numerose iniziative dell’autorità giudiziaria che coinvolgono esponenti politici della maggioranza“, oltre che le nomine del governo nella sanità e nella burocrazia.

L’opposizione vede dalla propria parte ben 23 voti, seppur ne siano necessari 36 in modo da garantire l’approvazione della mozione. Tra le varie accuse emerge, inoltre, la colpa di Schifani di non aver reso “comunicazioni tempestive all’Ars sui fatti oggetto d’indagine e sulle loro ricadute sull’azione di governo”.

Secondo i deputati, inoltre, molte proposte del governo sono state rifiutate dall’aula, “evidenziando una significativa frattura all’interno della maggioranza“. All’interno della stessa mozione si può anche leggere come “il presidente ha inoltre privilegiato rapporti politici con ristrette componenti della maggioranza, in particolare con la Democrazia cristiana e con la Lega, procedendo al reintegro dell’assessore leghista Luca Sammartino successivamente alla sospensione cautelare disposta dall’autorità giudiziaria”.

Citate dall’accusa anche le mancate riforme, circa le vicende relative all’assessorato del turismo, “che hanno coinvolto esponenti della maggioranza e che hanno ulteriormente minato la credibilità dell’azione amministrativa.

Le indagini di carattere giudiziarie

Punto di argomentazione da parte delle opposizioni anche la visione per cui “le indagini giudiziarie hanno fatto emergere episodi corruttivi, in particolare nell’ambito sanitario, con il coinvolgimento di funzionari per alcuni dei quali risultano dichiarazioni di ammissione di condotte corruttive“.

Menzionata anche l’inchiesta riguardante l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro e altri soggetti. A tal proposito “il provvedimento di revoca degli assessori espressi dalla Dc, nonostante non siano indagati, non è stato seguito da nessuna attività di verifica nei confronti dei soggetti nominati dal partito stesso in posizioni apicali della sanità e degli entri posti sotto controllo”.