La fotografia del benessere in Italia continua a penalizzare il Mezzogiorno e, in particolare, le province siciliane. A certificarlo è la 36ª edizione della Qualità della Vita del Sole 24 Ore, lo storico indice lanciato nel 1990 per misurare i livelli di benessere nei territori italiani.
In testa alla graduatoria 2025 si confermano le province del Nord, con Trento al primo posto, seguita da Bolzano e Udine. All’estremo opposto dello stivale, la Sicilia resta fanalino di coda: Ragusa è la provincia siciliana meglio posizionata, ma solo all’82° posto.
Sicilia in affanno: Ragusa, Siracusa, Catania, Palermo e Messina in coda
Il quadro per l’Isola è tutt’altro che confortante:
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Ragusa è la “migliore” tra le siciliane ma si ferma all’82ª posizione;
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Messina si colloca al 91° posto;
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Catania arretra fino al 96° posto, perdendo 13 posizioni rispetto all’ultima edizione;
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Palermo guadagna tre gradini ma resta bassa in classifica, al 97° posto;
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Siracusa scende al 106° posto, tra le realtà più problematiche del Mezzogiorno.
A chiudere la graduatoria nazionale è Reggio Calabria, ultima per il secondo anno consecutivo. Le ultime 22 posizioni sono tutte occupate da province meridionali, confermando un divario strutturale che coinvolge anche la Sicilia.
Nord in testa, grandi città in recupero (tranne Catania)
La top ten della Qualità della vita è dominata dalle province del Nord:
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Trento guida la classifica, seguita da Bolzano e Udine;
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Bologna è quarta, Bergamo quinta (vincitrice nel 2024);
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seguono Treviso (sesta, con un balzo di 18 posizioni), Verona (settima), Milano (ottava), Padova (nona, di nuovo tra le prime dieci dopo trent’anni) e Parma (decima).
Nel complesso risalgono le grandi aree metropolitane:
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Roma guadagna 13 posizioni e arriva 46ª;
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Genova sale di 11 gradini fino al 43° posto;
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Torino avanza al 57° posto;
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Firenze resta stabile in 36ª posizione.
Fanno eccezione proprio due realtà meridionali: Bari e Catania, che arretrano rispetto all’indagine precedente, segnale di una fragilità ancora marcata sul fronte dei servizi, del lavoro e della sicurezza sociale.
Il Mezzogiorno resta indietro: Catania e Palermo simbolo del divario Nord-Sud
Nel Mezzogiorno, la prima provincia in classifica è Cagliari, 39ª, in crescita di cinque posizioni. Poi, molto più in basso:
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Bari è 67ª (in calo di due posizioni);
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Messina 91ª;
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Catania 96ª (-13);
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Palermo 97ª;
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Napoli 104ª;
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Siracusa 106ª.
Nonostante alcuni punti di forza del Sud – demografia più giovane, clima favorevole, costo della vita più basso e l’afflusso di fondi, compresi quelli del PNRR, a sostegno di imprese e PIL – il divario Nord-Sud non accenna a ridursi dopo 36 edizioni dell’indagine. La posizione delle province siciliane, tutte relegate nella parte bassa della graduatoria, ne è la conferma più evidente.
Come viene misurata la Qualità della vita
L’indice della Qualità della vita del Sole 24 Ore misura il benessere dei territori utilizzando 90 indicatori, suddivisi in sei macro-aree:
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Ricchezza e consumi
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Affari e lavoro
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Ambiente e servizi
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Demografia, società e salute
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Giustizia e sicurezza
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Cultura e tempo libero
Le classifiche parziali vedono ai vertici:
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Milano prima in Ricchezza e consumi e confermata in Affari e lavoro;
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Brescia leader in Ambiente e servizi;
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Bologna al comando in Demografia, salute e società;
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Oristano in testa per Giustizia e sicurezza;
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Trieste al vertice in Cultura e tempo libero.
Per le province siciliane, i punteggi più critici arrivano proprio dalle aree legate a lavoro, servizi, sicurezza e infrastrutture, elementi che pesano in modo decisivo sulla qualità della vita quotidiana di cittadini e famiglie.
Focus donne: Siena prima nella Qualità della vita al femminile
La rilevazione assegna anche una menzione speciale a Siena, che conquista la quinta edizione della Qualità della vita delle donne.
L’indice, sintetico, si basa su 14 parametri tra cui:
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tasso di occupazione femminile;
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imprese guidate da donne;
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presenza di amministratrici nelle imprese e negli enti locali;
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quota di laureate;
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gap retributivo e occupazionale;
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competenze numeriche e alfabetiche.
Questo sotto-indice confluisce nella graduatoria generale all’interno della categoria Demografia, salute e società. Anche su questo fronte, le province siciliane risultano distanziate rispetto ai territori più virtuosi del Centro-Nord, segno di un doppio divario: geografico e di genere.





