CATANIA – L’Associazione Proscenio entra tra le pareti del carcere minorile di Bicocca, a Catania, con un progetto teatrale che unisce arte, educazione e crescita personale. Al centro dell’iniziativa, la versione ridotta e semplificata de “Il Canto di Natale” di Charles Dickens, scelta come strumento per accompagnare i giovani detenuti in un percorso espressivo capace di favorire ascolto, consapevolezza e apertura verso l’altro.
Il teatro come spazio di scoperta e fiducia
“Porteremo in scena per il progetto teatrale Bicocca la versione ridotta e semplificata di Il Canto di Natale di Charles Dickens, per realizzare tra i detenuti del carcere minorile un percorso espressivo volto alla scoperta dell’altro”, racconta il direttore artistico Manuel Giunta, descrivendo il valore profondo dell’iniziativa.
Un cammino non semplice, segnato inizialmente da imbarazzo e resistenze naturali, ma che ha presto rivelato il desiderio dei ragazzi di mettersi in gioco, esplorare e sperimentare. Nonostante il poco tempo a disposizione, i giovani partecipanti hanno mostrato entusiasmo, curiosità e una sorprendente capacità di affidarsi al linguaggio del teatro, costruendo una dinamica espressiva collettiva intensa e autentica.
Uno spettacolo per rinascere
“Lo spettacolo andrà in scena durante il periodo natalizio, sul palco del teatro del carcere – continua Manuel Giunta – con l’obiettivo di tirar fuori il meglio da ciascun ragazzo e lanciando un messaggio importante: un invito alla speranza, anche di fronte a una realtà complessa, perché una seconda possibilità è possibile per tutti”.
Il potere evocativo del testo di Dickens si intreccia così con il percorso personale dei giovani attori, trasformando la rappresentazione in un momento di rinascita simbolica e di restituzione emotiva.
Un team dedicato alla crescita dei ragazzi
A guidare il progetto è il team di Proscenio, formato da Andrea Giuffrida, Mirko Marotta, Bernadette Giunta e Manuel Giunta, professionisti che mettono competenze artistiche e sensibilità educativa al servizio dei ragazzi del carcere minorile.
Un lavoro corale che unisce tecnica, ascolto e umanità, dimostrando ancora una volta come il teatro possa diventare un potente strumento di trasformazione personale e sociale.



