CATANIA – Si è conclusa ieri, con il corteo che da Villa Bellini ha attraversato via Etnea fino a Piazza Università, la tre giorni di Trans* Pride organizzata dal Comitato Catania Pride insieme alle associazioni Open, GenderLens e Transgressivə.
Una marcia che ha attraversato la città rivendicando luoghi, spazi e diritti che troppo spesso vengono negati, restituendo presenza e voce a chi troppo frequentemente viene reso invisibile.
Un’atmosfera intensa, tra rabbia e gioia collettiva
L’atmosfera della manifestazione è stata potente e intensa: arrabbiata, certo, ma anche euforica, piena di una gioia collettiva che nasce dal riconoscimento reciproco e dalla volontà di resistere.
Mentre il corteo avanzava, gli interventi che si susseguivano dal camion rompevano il silenzio a cui la società tenta di relegare le persone trans, offrendo ai passanti spunti di riflessione che hanno risuonato lungo tutta via Etnea.
Le voci dal corteo: memoria, rabbia e resistenza
Roberta Parigiani, presidente del MIT, ha ricordato con lucidità i numeri drammatici dell’ultimo anno, “281 persone trans assassinate tra ottobre 2024 e settembre 2025”, e ha ribadito che essere in piazza non è solo un atto di commemorazione, ma di reazione: “Quella R del TDoR per noi significa anche Rabbia, Rivolta, Resistenza”.
Poco dopo, l’attivista queer Daniela Falanga ha denunciato con fermezza il sistema politico che colpisce chi è più vulnerabile:
“Se la prendono con le persone trans bambine e fanno qualcosa di vergognoso: mettere in dubbio la capacità genitoriale delle famiglie che fanno l’impossibile per crescere persone felici e libere”.
La testimonianza di Egon Botteghi: tra violenza e felicità
In un clima di ascolto profondo, la voce di Egon Botteghi ha portato in strada la memoria di una violenza troppo spesso taciuta:
“Per anni siamo statə violatə e violentatə: potevamo essere noi stessə ma dovevamo subire la castrazione. Trans, famiglia e felicità erano tre parole che insieme non si potevano dire. Io sono un uomo trans, sono madre e sono felice grazie a lotte come questa”.
Interventi dai margini e per il futuro
Anche Luca Bruno, attivista di Open, ha parlato direttamente a chi camminava nel corteo e a chi osservava dai marciapiedi:
“Noi vogliamo che ognuno possa essere ciò che vuole, è chi sta al governo che vuole farci diventare ciò che non siamo. Non abbiate paura: ricordate che le persone trans esistono, le incontrate ovunque, solo che spesso non lo dicono per paura”.
Le sue parole hanno trovato un’eco nell’intervento di Lucia Murabito, referente di GenderLens a Catania:
“Non marciamo solo per chi non c’è più, ma anche per tutte le piccole persone che hanno il diritto di vivere, di crescere e di essere felici”.
Tre giorni di incontri, formazione e comunità
Dentro questa cornice di voci, corpi e pensieri, la tre giorni del Trans* Pride ha costruito un percorso politico articolato.
Giovedì 20 – Attacchi istituzionali e diritti erosi
L’incontro dedicato alle nuove forme di attacco istituzionale contro le persone trans ha offerto un confronto necessario in un tempo in cui i diritti vengono sempre più erosi.
Venerdì 21 – “Unicorni” e il racconto della crescita
La proiezione del film “Unicorni” ha permesso di affrontare insieme a famiglie, bambinə, adolescenti e adulti il tema della crescita, della scoperta di sé e delle relazioni, dando vita a un dibattito ricco e partecipato che ha mostrato quanto sia importante parlare di identità e libertà con linguaggi accessibili.
Il ringraziamento del Comitato e la lotta che continua
Il Comitato Catania Pride ringrazia tutte le persone che hanno partecipato, attraversato e costruito questo primo Trans* Pride della città.
La lotta non si esaurisce nei tre giorni appena conclusi: continua nelle scuole, nelle case, nei luoghi di lavoro, nelle piazze e ovunque qualcunə rivendichi la propria esistenza.
Il manifesto politico: “POLPO MONDO”
Come recita il manifesto politico di quest’anno, il Comitato continua a urlare:
“POLPO MONDO, perché nostra matria è il mondo intero”.



