Il caso di “imbarazzo indicibile” della Fondazione Oda. CISAL Catania: “Ancora stipendi bloccati e futuro incerto”

Il caso di “imbarazzo indicibile” della Fondazione Oda. CISAL Catania: “Ancora stipendi bloccati e futuro incerto”

CATANIA – “Un ente morale con oltre sessant’anni di storia, nato per sostenere gli ultimi, non può oggi diventare terreno di incertezza per chi garantisce ogni giorno cura, riabilitazione e assistenza”. Con queste parole Giovanni Lo Schiavo, segretario provinciale Cisal Catania, commenta il gravissimo caso di “imbarazzo indicibile” che sta travolgendo la Fondazione ODA – Opera Diocesana Assistenza di Catania, un’istituzione storica da sempre presidio di carità cristiana e vicinanza a chi vive condizioni di disabilità e disagio.

La crisi finanziaria della Fondazione Oda

L’ente si trova oggi in una situazione economica drammatica, con un buco di bilancio stimato tra 53 e 68 milioni di euro. Una voragine che sta producendo effetti devastanti su lavoratori, famiglie e utenti.

Le principali criticità sarebbero legate all’aumento dei costi legati al rinnovo contrattuale e agli arretrati, a fronte di tariffe regionali non adeguate e insufficienti a coprire rialzi superiori anche a tre-quattro volte. Ma anche al mancato accredito da parte della Regione dell’acconto del terzo trimestre 2025 (circa 2,8 milioni di euro), somme attualmente bloccate da Equitalia per debiti fiscali dell’ente.

E non solo: dietro la crisi dell’Oda vi sarebbe anche la convenzione triennale tra ASP Catania e Fondazione ODA, stipulata il 30 gennaio 2023, e che scadrà il 1° gennaio 2026, aprendo scenari di ulteriore incertezza. Infine, la procedura relativa all’affitto del ramo d’azienda e al possibile passaggio a SISIFO rimane in una fase di definizione e, come emerso dall’incontro del 24 ottobre 2025, non prevede l’assunzione da parte di SISIFO dei debiti maturati verso i lavoratori prima dell’avvio dell’affitto.

Lo Schiavo: “Oltre 300 famiglie a rischio. Servono risposte immediate”

“A oggi – denuncia Lo Schiavo – si resta in attesa dello sblocco degli stipendi. A ottobre mancavano all’appello sette mensilità. Parliamo di oltre 300 famiglie che rischiano seriamente il sovraindebitamento, con effetti sociali devastanti. È una condizione umanamente insostenibile per lavoratori e lavoratrici che, nonostante tutto, continuano a garantire professionalità e dedizione”.

“Non intendiamo puntare il dito contro nessuno – precisa – ma trattandosi di fondi pubblici, riteniamo che sia doveroso porre domande chiare alla Regione Siciliana, all’ASP di Catania e alla stessa governance dell’ODA: come si è arrivati a una situazione debitoria tanto grave? Chi doveva vigilare? Come si intende tutelare il personale e la continuità dei servizi?”.

Preoccupazione per gli utenti e per la tenuta occupazionale

La Cisal Catania esprime forte preoccupazione anche per gli oltre 1.500 assistiti: utenti fragili che hanno trovato nell’ODA uno dei presìdi socioassistenziali e riabilitativi più importanti e antichi d’Italia.

“Non possiamo permettere – conclude Lo Schiavo – che un ente nato per proteggere i fragili diventi esso stesso un problema sociale. Chiediamo responsabilità, chiarezza e interventi urgenti: il tempo è scaduto. I lavoratori non possono aspettare oltre e gli utenti non possono pagare le conseguenze di errori che non appartengono a loro”.