PALERMO – Nuovo capitolo dello scandalo sanità a Palermo. La Procura del capoluogo siciliano ha chiesto al GIP l’emissione di 15 misure cautelari — 8 in carcere, 4 ai domiciliari e 3 interdittive per società — nell’ambito di un’indagine su tangenti e appalti pilotati che coinvolge gli ospedali “Villa Sofia–Cervello” e “Civico”.
Al centro dell’inchiesta ancora una volta il commercialista Antonino Maria Sciacchitano, detto Ninni, 65 anni, di Corleone, già ai domiciliari dallo scorso giugno per il filone “Sorella Sanità bis” e ora destinatario di una nuova richiesta d’arresto in carcere.
Gli indagati e le accuse
L’indagine, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e condotta dai sostituti Andrea Zoppi e Felice De Benedittis, ruota attorno a un sistema di corruzione, intermediazione illecita e turbativa d’asta nel settore delle forniture ospedaliere: materiale chirurgico, dispositivi medici, macchinari e persino servizi di lavanderia e sterilizzazione.
Secondo l’accusa, Sciacchitano avrebbe incassato tangenti fino a 25 mila euro per agevolare imprese “amiche” nelle gare d’appalto. Tra gli episodi più recenti figura la gara da 47 milioni di euro per la sterilizzazione del materiale chirurgico del Civico di Palermo.
Le richieste di custodia cautelare in carcere riguardano, oltre a Sciacchitano:
- Catello “Lello” Cacace, 61 anni, imprenditore di Castellammare di Stabia, considerato il faccendiere del gruppo;
- Umberto Maggio, 71 anni, titolare della Pacifico srl;
- Umberto Perillo, 58 anni, rappresentante della E.Medical srl;
- Giuseppe Valentino, 51 anni, collaboratore della Svas Biosana;
- Gaetano Di Giacomo, 52 anni, e Massimiliano De Marco, 48 anni, della Servizi Ospedalieri spa;
- Diego Russo, 49 anni, anche lui rappresentante campano della E.Medical srl.
Ai domiciliari invece:
- Milko De Seta, 54 anni, collaboratore della Pacifico srl;
- Vincenzo Criscuolo, 56 anni, dipendente della Svas Biosana;
- Alba Cristodaro, 47 anni, responsabile unico del procedimento al Civico;
- Aldo Albano, 63 anni, provveditore dell’azienda ospedaliera Villa Sofia–Cervello.
Il terzo atto dello scandalo “Sorella Sanità”
Solo pochi giorni fa la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari per 18 persone, tra cui l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro e il parlamentare di Noi Moderati Saverio Romano, nell’ambito di un altro filone della stessa inchiesta.
Questa nuova operazione rappresenta dunque il terzo atto di un’indagine che continua a scuotere la sanità siciliana, svelando un sistema di favori, tangenti e pressioni che avrebbe compromesso la regolarità di appalti pubblici per milioni di euro.
La presunzione di innocenza
Tutti gli indagati sono da ritenersi non colpevoli fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio costituzionale di presunzione di innocenza.



