PATTI – Eseguita oggi, dai carabinieri della compagni di Patti, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Patti, Dott. Andrea La Spada, nei confronti di un 33enne, residente a Brolo. L’attività rientra nell’ambito di indagini mirate, finalizzate al controllo del territorio e coordinate dalla Procura della Repubblica di Patti.
Maltrattava la compagna da circa due anni: arrestato 33enne a Patti, nel Messinese
Nel dettaglio, l’uomo è risultato gravemente indiziato del reato di maltrattamenti in famiglia, aggravati dalla recidiva e attuati nei confronti della compagna da quasi due anni, precisamente dal mese di dicembre 2022 ad oggi anche alla presenza dei figli minori.
Dalle valutazioni del Gip è emerso che l’indagato aveva un comportamento vessatorio e violento verso la compagna, tali da ingenerare alla persona offesa uno stato di timore, frustrazione e ansia, costringendola inoltre, ad abbandonare in più occasioni la loro comune abitazione.
I fatti
Le indagini, effettuate dall’Arma dei carabinieri e coordinate dalla Procura della Repubblica di Patti, hanno consentito di acquisire elementi (dichiarazioni) di gravità indiziaria tali da ottenere dal Gip la misura della custodia cautelare in carcere.
Il Giudice delle Indagini Preliminari, condividendo le risultanze investigative, ha ritenuto determinante la pericolosità sociale dell’indagato, evidenziando come le condotte tenute integrino un quadro di abitualità e gravità nei maltrattamenti commessi nel contesto familiare.
La gravità delle condotte è resa evidente dalla natura e dall’intensità di quest’ultime, mostrate nel periodo oggetto delle investigazioni. Nel corso di quest’arco temporale l’indagato, sfruttando la vulnerabilità della parte offesa, ha ingenerato nella stessa un perdurante e grave stato di ansia, nonché un fondato timore per la propria incolumità.
Note
La gravità e la violenza dei fatti contestati, oltre al concreto rischio di reiterazione del reato, sono elementi alla base dell’esecuzione della misura cautelare odierna. Occorre ricordare che il procedimento è ancora in fase di indagini preliminari. Pertanto, in ossequio al principio costituzionale di non colpevolezza e fino a sentenza definitiva di condanna, sarà svolto ogni ulteriore accertamento che dovesse rivelarsi necessario, anche a favore dell’indagato.



