CATANIA – Torna a far capolinea sui calendari di ogni casa la festa di Ognissanti, solennità cattolica istituita per ricordare gli sforzi e il sacrificio di quei fedeli che tanto hanno inspirato le generazioni a venire. Una serie di modelli, fonte di beatitudine, di cui il capoluogo etneo possiede un vasto repertorio, spesso dimenticato.
La festa di Ognissanti tutta al catanese: i beati che non ti aspetteresti
Tra i santi catanesi meno discussi, seppur continuamente citati dal popolo, vi sono San Berillo e San Leone: omonimi, per l’appunto, dei due storici quartieri cittadini. Il primo, originario di Antiochia di Siria, fu trasferito a Catania dallo stesso San Pietro e ricoprì, nel III secolo, il ruolo di primo vescovo della città. Si narra, inoltre, che l’appellativo di santo gli sia stato attribuito in seguito a un miracolo: quello di aver reso potabile una sorgente di acque salmastre.
Seguirà poi San Leone, divenuto arcidiacono e vescovo nel 765, al quale si attribuisce il ruolo di taumaturgo. Il santo è noto anche per la sua opposizione alle leggi riguardanti l’uso delle immagini sacre, e per essere il patrono di Rometta (Messina).

–San Leone Taumaturgo che sconfigge il mago Eliodoro–
Un’altra grande fonte di ispirazione è sicuramente la storia di San Comizio, simile per calvario a quella di Sant’Agata. Anche quest’ultimo infatti, denunciato a incarcerato per la propria fede, subì diverse torture prima della sua esecuzione, tra queste l’immersione all’interno di una caldaia piena di piombo fuso.
La storia di Sant’Euplio: curiosità sul compatrono di Agata
Un altro martire parecchio trascurato, pur essendo compatrono della città, è sicuramente Sant’Euplio. Egli, infatti, si presentò all’interno del tribunale cittadino mostrando i Vangeli, proibiti dall’imperatore Diocleziano, e dichiarando: “Io sono cristiano, desidero morire per il nome di Cristo“. La sua carcerazione terminerà poi nel 304, decapitato per ordine del procuratore Calvisiano.
Sono inoltre, tutt’oggi, luoghi di grande afflusso turistico la chiesa e la cripta del martire, situate entrambe in via Sant’Euplio 29. Quest’ultima inoltre, contrariamente a quanto credono in molti, non risulta essere il luogo in cui Sant’Euplio fu fatto prigioniero, bensì dove venne trovato nell’esercizio delle sue predicazioni.
Non tutti, infine, sanno che il compatrono di Catania ha goduto di una forte devozione anche in Russia. Una chiesa a suo nome venne infatti edificata nel 1471, come celebrazione della pace tra il Gran Principe di Moscovia Ivan III e la Repubblica di Novgorod. Edificio che verrà rinforzato nel 1657 per poi venir distrutto da Stalin, nel 1926.




