PALERMO – Eseguite, dai carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Palermo, supportati dal personale delle compagnie competenti per territorio, dal Nucleo Cinofili di Palermo Villagrazia e da alcuni equipaggi del Nucleo Radiomobile, cinque ordinanze di applicazione di misure cautelari, all’interno dell’operazione “Grande Inverno”.
Operazione “Grande Inverno”: altre cinque misure cautelari
Le misure, quattro in carcere e uno agli arresti domiciliari, emesse dalla Quinta Sezione per il Riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà personale del Tribunale di Palermo, risalgono allo scorso maggio, in accoglimento dell’appello della Locale Procura della Repubblica DDA e divenute esecutive a seguito del rigetto da parte della Corte di Cassazione del ricorso proposto dai cinque indagati.
I destinatari dei provvedimenti sono cinque, già fermati lo scorso febbraio durante l’operazione “Grande Inverno”(maxi-blitz antimafia che aveva portato all’arresto 181 persone appartenenti ai mandamenti mafiosi di Porta Nuova, Pagliarelli, Tommaso Natale – San Lorenzo e Bagheria). Nel dettaglio, poco dopo le prime misure, quattro degli indagati erano stati sottoposti all’obbligo di dimora, mentre uno non era stato colpito da alcun provvedimento restrittivo.
Le indagini
I base agli elementi raccolti, già acquisiti dagli uomini dell’Arma nell’ambito dell’attività investigativa, la Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ritenendole genuine e altamente probatorie circa la posizione degli indagati, aveva proposto appello cautelare verso la precedente decisione del Giudice per le Indagini Preliminari.
Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e alla commissione di delitti nell’ambito della raccolta illecita delle scommesse e del gioco clandestino, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, tutti con l’aggravante di aver commesso i fatti avvalendosi di modalità mafiose.
Note
Occorre però ricordare che gli odierni indagati sono, allo stato attuale dei fatti, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente. La loro posizione infatti sarà vagliata dall’autorità giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale di presunzione di innocenza.




