CATANIA – Dopo 3 anni dietro le sbarre, Niko Pandetta è tornato alla libertà. Capelli lunghi, indosso una tuta giallo–viola del Real Madrid, un sacchetto verde con la scritta London in mano e il sorriso sul volto: sono queste le immagini che lo ritraggono nel momento dell’uscita dal carcere di Cagliari.
Niko Pandetta libero: la vicenda giudiziaria
Di fronte a uno smartphone che lo riprende, le sue prime parole sono state nette e brevi: “Liberi, finalmente”. Poco dopo il filmato è comparso sui profili social dell’artista.
Ad attenderlo all’esterno un lussuoso fuoristrada Mercedes di colore nero. Secondo quanto riporta MeridioNews, Pandetta inizierà ora un percorso di recupero all’interno di una comunità situata in Calabria.
La vicenda giudiziaria di Pandetta affonda le radici in arresti e inchieste che risalgono a diversi anni. Nipote del noto boss catanese Turi Cappello, era stato arrestato dalla squadra mobile di Milano il 19 ottobre 2022, dopo essere stato rintracciato nella zona di Quarto Oggiaro. Quel fermo seguì la decisione della Cassazione, che l’11 ottobre aveva respinto il ricorso dei suoi legali, rendendo definitiva una condanna a 4 anni e 5 mesi. Al momento dell’arresto gli agenti gli trovarono addosso 12mila euro in contanti; l’intervento delle forze dell’ordine fu ripreso da un testimone in via Lessona, all’angolo con via Aldini.
L’inchiesta
L’inchiesta che portò alla detenzione è nota come Double Track e ha preso le mosse da un blitz del 2017. Le indagini si concentrarono su un gruppo criminale vicino al clan Cappello–Bonaccorsi: Pandetta è stato accusato di detenzione e spaccio di cocaina e marijuana, sostanze che, secondo gli inquirenti, vendeva anche durante un periodo di arresti domiciliari in via Plebiscito a Catania. Gli investigatori, già dal 2015, avevano monitorato le sue relazioni tramite telefonate e messaggi, definendo la sua abitazione “una tappa obbligatoria all’uscita di locali e ristoranti”.
Nel corso degli anni il suo nome è rimasto spesso al centro dell’attenzione per nuovi procedimenti. A fine maggio 2025 è emerso un suo presunto coinvolgimento in un’inchiesta sul traffico illecito di cellulari all’interno del carcere Pagliarelli di Palermo. Alcune settimane prima, durante il concerto del 1° maggio a Catania, il trapper Baby Gang avrebbe mostrato il volto di Pandetta in quella che sembrava una videochiamata dal palco. Nell’aprile 2025, inoltre, Pandetta ha ricevuto una condanna definitiva a 1 anno e 4 mesi per una rissa del 2022 avvenuta davanti alla discoteca Ecs Dogana di Catania, scontro che, secondo le ricostruzioni dell’epoca, sfociò in uno scambio di colpi di arma da fuoco tra fazioni contrapposte.
Il nuovo disco
Nonostante la detenzione, la produzione musicale dell’artista non si è fermata: dopo la presunta videochiamata dal palco del One Day Music, Pandetta ha annunciato l’uscita del singolo Minorile, realizzato insieme a Baby Gang; ha inoltre collaborato con Skinny nel brano Motorino. Durante il periodo carcerario è stato trasferito più volte tra istituti penitenziari: a giugno è passato dal carcere di Rossano (Calabria) a quello di Uta, in provincia di Cagliari.
Lo sciopero
Già nei mesi successivi al suo arresto, quando si trovava nel carcere di Opera, pubblicò sui social una lettera in cui dichiarava l’inizio di uno sciopero della fame per rivendicare i propri diritti da detenuto. Nei giorni precedenti alla scarcerazione, su Instagram erano state pubblicate storie in cui il cantante lamentava il rigetto ripetuto delle richieste di misure alternative al carcere: “Purtroppo i giudici non giudicano Vincenzo Pandetta ma Niko. Hanno paura dell’esposizione mediatica”, si leggeva in un messaggio diffuso dallo staff. Sempre via Instagram, Pandetta aveva annunciato che sarebbe diventato padre per la seconda volta.



