AGRIGENTO – Torna a far parlare di sé il caso Stracuzzi, coinvolto in un’inchiesta per presunti affari ed estorsioni legati alla Stidda agrigentina.
Angelo Stracuzzi, dopo l’estradizione dalla Tunisia e la comparsa di fronte il giudice, affronterà così il processo, con rinvio a giudizio disposto dal tribunale di Palermo.
Caso Stracuzzi: dall’arresto alle indagini
Stracuzzi stava conducendo una latitanza di ormai tre mesi quando, ad agosto, è stato arrestato dalla guardia di finanza. La sua custodia cautelare si è svolta, per un periodo, all’interno dell’Hammamet, per poi passare, su decisione del gip Paolo Magro, a un semplice divieto di espatrio e di risiedere in Sicilia. A questi obblighi, inoltre, si è aggiunto anche quello di firma quotidiana e di permanenza notturna dalle 20 alle 7.
Secondo quanto emerso dall’inchiesta, infatti, l’imprenditore si troverebbe al centro di una rete economica, così da sottrarsi a eventuali sequestri patrimoniali. Sulle spalle di Angelo Stracuzzi, poi, graverebbero anche episodi estorsivi in cambio di ambienti stiddari.
L’indagine è stato condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo, con il procuratore aggiunto Sergio Demontis. A supportare, inoltre, gli accertamenti anche i sostituiti Claudio Camilleri e Francesca Dessì.
Il passato criminoso dell’imprenditore
Sono due le estorsioni contestate: una, in concorso con l’imprenditore Giuseppe Pullara, nei riguardi di una società di gestione rifiuti. L’altra, invece, insieme a Giuseppe Chiazza, Giuseppe Manazza e Rosario Patti, già sottoposti a giudizio separatamente. Quest’ultima frode, inoltre, ha interessato alcuni territori di Licata, nello specifico in contrada Mola Cotugno.
Queste accuse sono, poi, accompagnate dal trasferimento fraudolento di valori che Stracuzzi avrebbe portato a termine con l’aiuto della moglie, Rita Giovanna Nogara. Quest’ultima infatti avrebbe svolto il ruolo di prestanome, così da schermare i propri beni.
La posizione di Stracuzzi, inoltre, era stata scollegata da quella degli altri due coindagati, Nogara e Pullara, già sotto processo da maggio. Procedimento legale che l’imprenditore dovrà invece affrontare il 13 gennaio, di fronte la seconda sezione penale del tribunale di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara



