Catania, imputazione coatta per la vedova e la nuora dell’imprenditore Enzo Ponte: sono accusate di circonvenzione di incapace

Catania, imputazione coatta per la vedova e la nuora dell’imprenditore Enzo Ponte: sono accusate di circonvenzione di incapace

CATANIA – Il giudice per le indagini preliminari di Catania, Giuseppina Montuori, ha disposto l’imputazione coatta nei confronti di Letizia La Tona e Maria Rosa Castorina, rispettivamente vedova e nuora dell’imprenditore Enzo Ponte, proprietario del noto Hotel Excelsior di Taormina. Le due donne sono accusate di circonvenzione di incapace.

La decisione del gip arriva dopo che la Procura di Catania aveva richiesto l’archiviazione del procedimento, richiesta non accolta dal giudice che ha invece accolto l’opposizione presentata dai figli dell’imprenditore, Roberto e Rosetta Ponte.

Il procedimento trae origine da un esposto presentato dai due fratelli, che contestano un testamento redatto dal padre in circostanze che ritengono poco chiare.

La vicenda dell’imprenditore Enzo Ponte

Nel 2002 Enzo Ponte perde la prima moglie; cinque anni dopo si risposa con Letizia La Tona. Qualche tempo prima, l’imprenditore aveva già subito un grave lutto con la morte del figlio Paolo, sposato con Maria Rosa Castorina. Rimasta vedova, quest’ultima viene successivamente assunta nell’hotel di famiglia.

Nel 2013 Ponte si ammala di demenza e, secondo quanto emerge dagli atti, inizia a perdere progressivamente la capacità di intendere e di volere. L’accusa sostiene che il 6 ottobre 2016, quando le sue condizioni cognitive erano ormai gravemente compromesse, La Tona e Castorina lo avrebbero accompagnato da un notaio inducendolo a redigere un nuovo testamento che annullava il precedente.

Nel 2017, su istanza dei figli, l’imprenditore viene dichiarato circonvenibile. Tuttavia, solo nel 2023, dopo la morte di Ponte, Roberto e Rosetta scoprono l’esistenza del nuovo testamento, che attribuirebbe alla moglie e alla nuora una posizione più favorevole nell’eredità e nel controllo della struttura alberghiera.

Le motivazioni del giudice

Secondo quanto si legge nel provvedimento del gip Montuori, “dal compendio probatorio emerge un quadro complessivo di assoluta soggezione di Ponte alla moglie”. Il magistrato ritiene “inverosimile che l’imprenditore si sia recato volontariamente dal notaio tenendo all’oscuro i figli”, evidenziando come le condotte delle due donne appaiano finalizzate a “incrementare la quota ereditaria della vedova e a mantenere la governance dell’hotel in capo alla nuora”.

Con l’imputazione coatta disposta dal gip, si chiude così la prima fase del procedimento penale, che ora proseguirà in tribunale parallelamente alla causa civile aperta per la validità del testamento.