CAMPOROTONDO ETNEO – Si è inaugurato, con il classico taglio del nastro, il Primo festival dell’olio evo a Camporotondo Etneo, crogiolo di tanti eventi tra record, attrattivi stand, buona musica e l’immancabile cabaret.
Mettiamo un poco d’ordine a questa sequenza di momenti tra antiche tradizioni, il ludico e il casereccio in un accattivante divenire che ha lasciato entusiasta il pubblico presente. Si comincia con l’immancabile taglio del nastro alla presenza all’assessore all’ARS onorevole Andrea Messina che, insieme al Sindaco Filippo Rapisarda, tutta l’amministrazione comunale, al direttore generale della protezione civile Salvo Cocina e al gradito ospite il sindaco di Motta Sant’Anastasia Antonio Bellia, hanno dato il via all’evento a cui ha fatto seguito uno spettacolare taglio di settanta metri (si, avete letto bene settanta!) di pane condito. Un record siciliano che ha deliziato il palato di tutti, ma proprio tutti i presenti considerando che nessuno è rimasto senza. Serata che era cominciata con un’altra tradizione, sempre emozionante, come il carretto siciliano che ha eseguito più volte il giro delle vie principali del paese. Poi gli stand, tanti, tutti diversi nell’offerta, dal culinario agli oggetti manifatturieri, dalla ricotta calda al formaggio impiccato, dai dolci fatti in casa al…principe della serata: l’olio! con diversi stand a lui dedicato. Non basta: l’intrattenimento musicale con la cover degli 883 grazie alla band otto8max (bravi davvero), la simpatia di Concetta Lazzaro e la calorosa conduzione della presentatrice Manuela Melita hanno chiuso una serata di metà ottobre sì ma…di un’estate camportondese senza fine.
E di quest’ultimo evento conclusivo abbiamo intervistati tre protagonisti che si sono spesi per realizzare questo Festival. Cominciamo con il consigliere Antonio Ragusa a cui chiediamo da dove nasce l’idea di questo Festival. “Tutto comincia quasi per gioco aderendo a un progetto dell’Ars, ma sono quelle cose che fai ma senza pensare davvero che potresti riuscirci. E invece stasera eccoci qui in una due giorni che coinvolgerà il paese esaltando un prodotto tipico del nostro territorio come l’olio, ma anche con altri prodotti altrettanto tipici della nostra terra coinvolgendo il nostro paese ma anche non pochi turisti, il che ci rende ancora più felici che il nostro tentativo sia andato a buon fine”.
Poi ci sono anche loro, i giovani, spesso bistrattati perché, essendo nativi digitali, erroneamente si pensa che poco importa afferire e dedicare il loro tempo alle sane tradizioni e, soprattutto, che abbiano poco voglia di mettersi in gioco a titolo gratuito per il proprio paese. Sono un folto gruppo del Centro Giovani Rinascita Camporotondese, un nome che già dice tutto sulla loro mission. E chiediamo a una rappresentate, la studentessa universitaria Martina Marino, quale può essere il connubio tra i giovani e un festival dell’olio e se questo prodotto può offrire anche uno sbocco lavorativo. “Pur essendo giovanissima il Festival dell’olio mi ricorda la mia infanzia, soprattutto quando da piccola con i miei nonni e mio padre andavo a prendere l’olio e un Festival, rimangiare il pane con l’olio mi riporta a quegli anni di spensieratezza. Per ciò che riguarda la possibilità che questo prodotto possa offrire anche uno sbocco lavorativo, abbiamo ascoltato nella conferenza la testimonianza della giovane imprenditrice che ha portato l’esperienza di chi, come lei, ha creduto nella tradizione familiare e fin da piccola si è impegnata in questo lavoro rinnovando la sua azienda, quindi sì, credo proprio che potrebbe essere anche una buona occasione di lavoro per noi giovani”.
E per finire la Pro Loco, sempre attiva e anche stavolta presente nel dietro le quinte di un evento estivo, e chiediamo al suo emozionato vicepresidente Giuseppe Ferrara cosa significa per l’associazione territoriale per antonomasia essere stata parte attiva nell’organizzazione del Festival. “Anche quest’anno abbiamo voluto dare il nostro contributo, assieme all’amministrazione e a tutta l’organizzazione, per questo Festival nella sua prima edizione che è andata benissimo. Il nostro impegno lo si è concretizzato, ad esempio, nella realizzazione del museo del contadino in una location ricca di tradizione, come l’antico palmento e l’attigua bellissima scalinata con addobbi a tema. Ho messo a frutto anche la mia lunga esperienza nel mondo dello spettacolo suggerendo artisti di valore e una bravissima conduttrice come Manuela e cosa posso aggiungere? speriamo che tutto vada bene e che anche il tempo sia clemente sempre e solo per il nostro caro paese a cui tutti teniamo”.
In chiusura un plauso va a chi, come i componenti della Protezione Civile, hanno dato il loro indispensabile contributo frutto, anch’esso di un lodevole volontariato.