Anche in Sicilia è boom di affitti brevi. L’allarme di Sunia e Cgil Sicilia

Anche in Sicilia è boom di affitti brevi. L’allarme di Sunia e Cgil Sicilia

CATANIA – Affitti brevi in aumento e contratti stabili in calo: il mercato immobiliare siciliano spinge verso l’instabilità. È quanto emerge dal rapporto diffuso da Sunia e Cgil Sicilia durante la conferenza stampa al Salone Russo di via Crociferi, a Catania, alla presenza di Giusi Milazzo, Angela Biondi, Agata Palazzolo e Valentina Di Magro.

Secondo i dati elaborati dal Sunia nazionale, i contratti di lungo periodo in Italia sono passati da 508.544 nel 2019 a 426.861 nel 2023, con una riduzione del 19,13%. Nello stesso arco di tempo, i contratti per studenti hanno registrato un lieve incremento (+8%), mentre quelli transitori sono aumentati del 3,5%.

Nelle aree metropolitane la tendenza è ancora più marcata: -18,30% per i contratti a lungo termine e -14,15% per quelli concordati. A crescere, invece, sono le locazioni temporanee (+11,7%) e quelle destinate a studenti (+9,7%).

Il focus siciliano mostra un mercato fortemente squilibrato. Nel 2023, l’area metropolitana di Palermo ha registrato 4.475 contratti transitori, 1.768 per studenti e 5.038 a lungo termine. A Catania, invece, i contratti transitori sono stati 2.692, quelli per studenti 2.793, mentre i contratti di lungo periodo si sono fermati a 2.416.

A pesare è soprattutto l’espansione degli affitti brevi. A Palermo se ne contano 5.981 contro 10.191 locazioni stabili, mentre a Catania 3.680 contro 4.525. Ancora più evidente il divario nelle piattaforme immobiliari: nel 2023, a Palermo erano disponibili 595 case per affitti lunghi contro quasi 6.000 brevi, a Catania appena 252 contro 3.689.

Il rapporto evidenzia anche un aumento degli sfratti. In Sicilia, nel 2023, gli sfratti emessi sono cresciuti del 3,22%, per un totale di 1.957 provvedimenti. A Palermo l’incremento è stato del 4,20% per gli sfratti emessi e del 5,21% per quelli eseguiti; a Ragusa del 22,12% e 7,24%; a Enna del 29% e 25%. Nessun dato disponibile, invece, per Catania, dove il sistema di monitoraggio risulta bloccato.

Le fasce più colpite sono giovani, famiglie a reddito medio-basso, lavoratori precari e anziani – ha spiegato Giusi Milazzo –. Tutti soggetti che cercano un affitto stabile e sostenibile, oggi quasi introvabile.

Sunia e Cgil chiedono un aumento dei fondi nazionali per il sostegno all’affitto, il ripristino dei contributi tagliati e una legge regionale sul diritto all’abitare capace di offrire soluzioni immediate e di medio periodo.

Restituire centralità al diritto alla casa non è più solo un’urgenza sociale, ma una condizione imprescindibile per garantire coesione e futuro alle comunità siciliane”, ha concluso Agata Palazzolo.