CATANIA – La Polizia di Stato ha portato a termine nei giorni scorsi una vasta attività di controllo nell’ambito dell’operazione nazionale “Oro Rosso”, dedicata al contrasto dei furti di rame in ambito ferroviario e lungo le principali linee infrastrutturali.
Il bilancio dell’operazione “Oro Rosso” a Catania
A Catania, gli agenti della Polizia Ferroviaria hanno effettuato una serie di verifiche mirate non solo lungo le aree ferroviarie, ma anche nei centri di rottamazione e nelle imprese di trattamento di rifiuti speciali e metallici, con l’obiettivo di contrastare la filiera dell’illegalità legata al cosiddetto “oro rosso”.
L’azione dei poliziotti si è concentrata sull’accertamento del possesso delle autorizzazioni per l’esercizio dell’attività, della regolarità del trattamento dei materiali e del rispetto delle normative ambientali, inclusa la tracciabilità dei metalli.
Scoperta attività abusiva in un garage
Durante i controlli, gli agenti hanno individuato un garage sospettato di essere adibito a gestione illecita di rifiuti. All’interno sono stati trovati materiali metallici, rifiuti speciali e pericolosi, tra cui componenti elettronici, batterie esauste, bombole di gas e pneumatici.
Le verifiche hanno accertato la totale assenza delle necessarie autorizzazioni per l’attività. Nello stesso locale sono stati rinvenuti circa 50 kg di rame privo di guaina, oltre 300 kg di cavi elettrici rivestiti e due macchine spellacavi, strumenti comunemente utilizzati per rimuovere la guaina e rivendere il metallo.
Tre persone denunciate
Tre soggetti, sorpresi a svolgere l’attività illecita, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per gestione illecita di rifiuti, ferma restando la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.
Per impedire la reiterazione del reato e tutelare l’ambiente e la salute pubblica, il locale e tutto il materiale rinvenuto sono stati posti sotto sequestro.
L’operazione “Oro Rosso” rientra nel più ampio piano nazionale di prevenzione e contrasto ai furti di rame, fenomeno che comporta gravi danni alle infrastrutture pubbliche e ai servizi essenziali, oltre a generare circuiti paralleli di commercio illecito dei metalli.