PALERMO – Arriva la confessione di Gaetano Maranzano, il ragazzo di 28 anni fermato con l’accusa di aver ucciso nella notte scorsa, a Palermo, il 21enne Paolo Taormina.
Il reo confesso, trovato in un’abitazione di via Nino Geraci, ha affermato di aver incontrato per caso la vittima, intervenuta per sedare una rissa.
Il movente dell’omicidio sarebbe conducibile al fatto che, a detta del colpevole, in passato Taormina aveva importunato la sua compagna. Motivo per cui ritrovandoselo davanti avrebbe perso il controllo e sparato.
Sono in corso le indagini per verificare la veridicità della sua versione.
Il post su Tik Tok poco dopo l’omicidio
Sul profilo Tik Tok di Gaetano Maranzano appare una sua foto, pubblicata qualche ora dopo il delitto. In sottofondo, come audio scelto di supporto allo scatto che ne immortala il volto, un passaggio della fiction “Il capo dei capi“, la miniserie che ripercorre l’iter mafioso di Totò Riina fino alla sua cattura: “Tu mi arresti? E per che cosa?”.

La foto pubblicata su Tik Tok
La fiaccolata in ricordo di Paolo
Si terrà stasera una fiaccolata in ricordo di Paolo Taormina. Parenti, amici e chiunque voglia fornire supporto alla famiglia potranno recarsi davanti al teatro Politeama per poi spostarsi al teatro Massimo, fino al locale “O Scruscio”.
Proclamato il lutto cittadino, Lagalla: “Ferita profonda”
Tra i messaggi di cordoglio diffusi sui social si legge quello del sindaco Roberto Lagalla: “Palermo si è svegliata oggi con una ferita profonda. L’omicidio di Paolo Taormina, un ragazzo di 21 anni, intervenuto per tentare di sedare una rissa e colpito con un colpo di pistola alla testa, è un fatto di gravità assoluta che scuote le coscienze e chiama in causa ogni persona responsabile. Palermo non può essere ostaggio di chi è convinto di ostentare forza, usando un’arma e, invece, è solo un vile criminale. Per questo, condanno con fermezza la brutale violenza che ha strappato la vita a un giovane che ha avuto il coraggio di agire, di non voltarsi dall’altra parte. Un gesto che avrebbe dovuto essere d’esempio e che invece è stato punito con la morte. Alla famiglia di Paolo, ai suoi amici, ai suoi cari va il mio più profondo cordoglio, unitamente a quello dell’Amministrazione comunale e dell’intera Città che si stringe a loro in questo momento di inatteso e profondo dolore.
Nell’annunciare il lutto cittadino nella giornata delle esequie, confido pienamente nel lavoro degli investigatori e delle forze dell’ordine e nei risultati che potranno eventualmente pervenire dall’osservazione dei sistemi di telesorveglianza. Anche se nulla potrà restituire Paolo alla sua famiglia, l’auspicio, che è anche una richiesta forte da parte dell’intera comunità cittadina, è che i responsabili vengano identificati e consegnati alla giustizia nel più breve tempo possibile.
Tuttavia, non possiamo limitarci a reagire a fatti come questo con la sola indignazione o con lo sdegno del giorno dopo, né tantomeno con le polemiche artatamente e strumentalmente sollevate in queste circostanze. Non basta aumentare i controlli, così come è puntualmente avvenuto, se non ci interroghiamo sul perché un gruppo di ragazzi ritenga “normale” pestare un coetaneo e rispondere con un colpo di pistola a chi generosamente si adopera per difenderlo.