Maxi operazione sui mari della Sicilia: sequestrati attrezzi illegali e multati ristoranti

Maxi operazione sui mari della Sicilia: sequestrati attrezzi illegali e multati ristoranti

SICILIA – È durata più di un mese la maxi attività che la Direzione Marittima di Catania ha pianificato, portando a compimento l’operazione regionale “ARSARA 2025”, finalizzata al controllo della filiera ittica in Sicilia orientale, dal mare fino alla ristorazione.

L’attività in Sicilia

L’attività ha coinvolto tutti i Compartimenti Marittimi della regione (Catania, Siracusa, Messina, Milazzo, Pozzallo, Augusta).

In mare il fulcro dell’operazione ha interessato l’arcipelago Eoliano, dove sono stati intensificati i controlli sugli attrezzi da pesca illegali, in particolare i Fish Aggregating Devices (F.A.D.), così detti “cannizzi”, utilizzati per attrarre specie pelagiche come lampuga, ricciole e palamite.

Durante l’operazione sono stati sequestrati 55 F.A.D. (circa 13.000 metri di filari in plastica) e, complessivamente, 105 attrezzi irregolari per un totale di 16.000 metri, insieme a numerosi materiali plastici accessori come teli e bidoni.

I controlli tra i ristoranti

Sul fronte terrestre, i controlli si sono concentrati su esercizi commerciali e di ristorazione nelle località turistiche della riviera messinese e in tutto il territorio di competenza della Direzione Marittima di Catania.

In sinergia con i medici veterinari delle ASP, sono state riscontrate molteplici violazioni amministrative riguardanti la tracciabilità dei prodotti ittici, con multe per circa 60mila euro e sequestri di 2mila kg di prodotto senza la documentazione obbligatoria.

È stata anche rilevata la detenzione di circa 200 kg di pesce (novellame di sarda e pesce spada) di taglia inferiore ai limiti consentiti dalla legge. Durante le ispezioni sono emerse inoltre gravi carenze igienico-sanitarie, con locali e alimenti in cattivo stato di conservazione, che hanno portato alla chiusura temporanea di un ristorante a Taormina, unitamente a sanzioni amministrative per 5mila euro.

Per la medesima fattispecie e per carenze equivalenti si procedeva anche alla chiusura temporanea di un ristorante di Riposto.