“Sulla morte di Mario Biondo negate molte prove”, legale chiede di riaprire il caso

“Sulla morte di Mario Biondo negate molte prove”, legale chiede di riaprire il caso

PALERMO – “Si è indagato su una morte, ma avendo istruito un’inchiesta senza indagati, sono state negate molte verifiche e molte prove”. Così Leire Lopez, avvocato dei genitori del cameraman palermitano Mario Biondo, morto a Madrid il 30 maggio del 2013. il difensore ha rilasciato delle dichiarazioni in una conferenza stampa a Barcellona per tentare di ottenere la riapertura del caso.

L’ipotesi riapertura del caso Biondo

Lopez ha spiegato che la sentenza italiana citata è quella della Corte di Palermo dell’agosto 2022 e “non incolpa né scagiona nessuna persona, ma analizza una serie di prove, una serie di contraddizioni, che suggeriscono che Mario non si suicidò“.

L’avvocato difensore dei Biondo chiede che sia riaperto il caso poiché “se Mario non si suicidò ci sono responsabili della sua morte”. La legale ha chiarito che faranno appello a tutte le istanze giudiziarie. Se il ricorso dovesse essere respinto, “sarà la Corte europea dei Diritti umani a doversi pronunciare”, ha assicurato Leire Lopez.

La madre, Santina D’Alessandro, ha spiegato che è “difficile dire chi abbia ucciso nostro figlio. Magari avessi un video di quanto accadde quella notte in quella stanza. La sola cosa che posso dire è che è accaduto qualcosa. Andremo fino in fondo per sapere la verità”.