Strage di Casteldaccia, quattro nuovi indagati: coinvolti dirigenti e tecnici Amap

Strage di Casteldaccia, quattro nuovi indagati: coinvolti dirigenti e tecnici Amap

CASTELDACCIA – Ci sono quattro nuovi indagati nell’inchiesta sulla strage del lavoro avvenuta il 6 maggio 2024 a Casteldaccia, in provincia di Palermo, quando cinque operai persero la vita durante i lavori di spurgo di una condotta fognaria. La Procura di Termini Imerese, guidata dalla procuratrice facente funzione Concetta Federico, ha iscritto nel registro degli indagati quattro dipendenti dell’Amap, l’azienda partecipata del Comune di Palermo che gestisce il servizio idrico.

Si tratta della responsabile dell’ufficio appalti Wanda Ilarda, del responsabile del procedimento Salvatore Rappa, del responsabile del servizio protezione e prevenzione Geri Costa e del responsabile dell’impianto di sollevamento di Casteldaccia Sergio Agati. Ognuno, per il proprio ruolo, avrebbe avuto un coinvolgimento diretto o indiretto nelle operazioni di spurgo della condotta fognaria. Le ipotesi di reato contestate vanno, a vario titolo, dall’omesso controllo alle violazioni in materia di appalti.

Questi nomi si aggiungono a quelli già finiti sotto inchiesta nelle settimane successive alla tragedia:

  • Gaetano Rotolo, ex dirigente Amap e responsabile dei lavori;
  • Giovanni Anselmo, amministratore unico della società Tek di San Cipirello, aggiudicataria dell’appalto;
  • Nicolò Di Salvo, contitolare della ditta Quadrifoglio di Partinico, subappaltatrice dell’intervento da 100 mila euro.

Per loro l’accusa è di omicidio colposo plurimo in concorso, con l’aggravante della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.

La tragedia si consumò in pochi minuti. Durante l’intervento nella condotta fognaria, cinque operai rimasero intrappolati e morirono per asfissia: Epifanio Alsazia, uno dei titolari della Quadrifoglio, Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, Ignazio Giordano e Giuseppe La Barbera, lavoratore interinale Amap. Quattro uomini riuscirono a salvarsi: Giovanni D’Aleo, Paolo Sciortino, Giuseppe Scavuzzo e Domenico Viola.

La Procura sta cercando di ricostruire in ogni dettaglio la catena di responsabilità, per capire come sia stato possibile che i lavori siano stati eseguiti in assenza delle adeguate misure di sicurezza e perché non siano stati rispettati i protocolli previsti per operazioni di questo tipo.

L’inchiesta, che ha già acceso i riflettori sulle falle nella gestione degli appalti e sulla sicurezza nei cantieri, entra ora in una nuova fase con l’iscrizione dei quattro funzionari Amap, ampliando così il quadro delle responsabilità penali attorno a una delle più gravi tragedie sul lavoro avvenute in Sicilia negli ultimi anni.