PATERNÒ – Due uomini di 27 e 29 anni, entrambi di nazionalità romena e già noti alle forze dell’ordine, sono stati arrestati in flagranza dai carabinieri della Sezione Radiomobile di Paternò con l’accusa di tentato furto in concorso.
Il primo dovrà rispondere anche di riciclaggio, mentre il secondo è indagato per possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli.
L’operazione rientra nel più ampio piano di controllo del territorio predisposto dal Comando provinciale dell’Arma di Catania per garantire la sicurezza pubblica.
La segnalazione di un cittadino
L’episodio è avvenuto intorno all’1:30 di notte in via 14 Luglio, nel centro cittadino di Paternò. Un automobilista di passaggio, insospettito da rumori metallici provenienti da un parcheggio, ha immediatamente avvisato la centrale operativa dei carabinieri.
Grazie alla segnalazione, una pattuglia del Nucleo Radiomobile è giunta sul posto in pochi minuti, sorprendendo due uomini intenti a smontare il catalizzatore da una SUV parcheggiata.
Il tentativo di fuga e l’arresto
Secondo quanto ricostruito, uno dei due faceva da “palo”, mentre l’altro, sdraiato sotto l’auto, utilizzava una smerigliatrice angolare per tagliare il pezzo del sistema di scarico.
All’arrivo dei carabinieri, il “vedetta” ha tentato di scappare, ma è stato immediatamente bloccato, così come il complice che si trovava ancora sotto il veicolo.
Durante la perquisizione, i militari hanno trovato le chiavi dell’auto con la quale i due erano giunti sul posto. All’interno del mezzo, inoltre, erano presenti vari attrezzi da lavoro.
L’auto con la targa “clonata”
Gli accertamenti hanno permesso di scoprire che sul veicolo dei ladri era stata applicata una targa falsa, risultata appartenere a un altro mezzo registrato a un uomo residente nel Messinese.
Un ulteriore indizio, secondo gli investigatori, del tentativo di mascherare l’attività criminale e sfuggire ai controlli.
Convalida dell’arresto
I due uomini sono stati condotti in caserma e posti a disposizione dell’Autorità giudiziaria, che ha convalidato l’arresto.
Resta comunque valida, come previsto dall’ordinamento, la presunzione di innocenza fino a eventuale sentenza definitiva di condanna.