PALERMO – Il dirigente generale Mario La Rocca interviene pubblicamente dopo le notizie di stampa che lo avrebbero indicato come non idoneo alla nomina di vertice del dipartimento Pianificazione strategica, a causa di un presunto conflitto di interessi legato a cointeressenze di suoi congiunti in una struttura privata accreditata.
Le dichiarazioni di La Rocca
“Apprendo dalla stampa la – dichiara La Rocca all’ANSA – circostanza secondo la quale sarei stato ritenuto non idoneo alla nomina di dirigente generale del dipartimento pianificazione strategica in ragione del venir all’evidenza di un conflitto di interessi relativo a cointeressenze di miei congiunti in una struttura priva accreditata. Si tratta di circostanza arcinota da oltre 16 anni che non mi ha impedito di svolgere con onore ed apprezzamento dei più sia l’incarico di direttore generale del Policlinico di Palermo sia di dirigente generale del Dps”.
Il dirigente ricorda inoltre di essere già stato indagato per la stessa vicenda, conclusasi con un’archiviazione da parte della magistratura.
“In tale veste per le medesime circostanze oggetto di addebito sono stato sottoposto ad indagini della autorità giudiziaria che ha ritenuto, citando pertinente giurisprudenza della Cassazione penale che non sussisteva un conflitto di interessi potenzialmente rilevante in quanto la giurisprudenza della Cassazione sostiene che l’obbligo di astensione non sussiste in caso di adozione di provvedimenti di carattere generale che sono proprio quelli di competenza del dirigente generale del Dipartimento di pianificazione strategica – aggiunge La Rocca – Spiace constatare che il deficit istruttorio privo di un dovuto contraddittorio abbia indotto alla adozione di un deliberato privo delle necessarie motivazioni e dall’altro mi abbia esposto ad un pubblico discredito che una onorata carriera ultra trentennale sicuramente non meritava”.
L’inchiesta
La Rocca fa riferimento all’inchiesta che lo coinvolse tre anni fa, quando alcune associazioni lo denunciarono mentre era a capo dello stesso dipartimento.
In quell’occasione, la procura di Palermo chiese l’archiviazione, successivamente accolta dal gip, precisando: “Non si configura in capo a La Rocca un conflitto di interessi potenzialmente rilevante. Infatti la giurisprudenza sostiene che l’obbligo di astensione non sussiste in caso di provvedimento di carattere generale (Cassazione VI pen 14457/2013): ‘non hanno il dovere di astenersi dalla delibera di approvazione del piano regolatore generale, trattandosi di un atto finale di un procedimento complesso in cui vengono valutati, ponderati e composti molteplici interessi, sia individuali che pubblici, sicché il provvedimento ha un contenuto di carattere generale’”.