CATANIA – La Giunta dell’Unione Camere Penali italiane, in virtù delle valide collaborazioni didattiche già svolte con il Liceo “Nicola Spedalieri” di Catania, e cogliendo l’occasione del Congresso nazionale che si svolge nel capoluogo etneo, ha voluto ancora una volta confrontarsi con gli studenti.
Presso l’Auditorium “S. Cuccia”, insieme alla Dirigente Scolastica Vincenza Ciraldo, attenta sostenitrice della crescita culturale e civile dei giovani, venerdì 26 settembre alunne e alunni hanno incontrato i graditi ospiti, un “drappello” di avvocati provenienti da varie parti d’Italia, insieme ai legali Francesco Antille e Francesco Petrelli, Presidenti rispettivamente delle UU.CC.PP.II.di Catania e Nazionali.
La mattina è stata moderata dall’avvocata Vanessa De Santis, preziosa coordinatrice delle precedenti progettualità e che ha orchestrato il dibattito condotto su quattro aree: il rapporto tra media e svolgimento del processo, il ruolo dell’I.A. nella sfera giuridica, la funzione dell’avvocato, il momento dell’esecuzione.
Doveroso, da parte di un alunno del Liceo, l’iniziale ricordo della figura dell’avv. Serafino Famà cui è intitolata la C.P. di Catania; è poi iniziato lo scambio di opinioni a partire dalle domande poste, colte dagli avvocati come stimolanti avvii per riflettere sui temi proposti partendo dalla prospettiva giovanile.
Molteplici gli spunti: dai problemi legati alla privacy alla mediatizzazione dei processi, dal senso dell’I.A. come soggetto autonomo alle perplessità sull’ergastolo, dalla differenza tra ambito relativo ai minori e agli adulti alla specificità delle motivazioni che spingono a scegliere la strada dell’avvocatura. Gli ambiti sono stati analizzati con perizia dagli alunni e dalle alunne del Liceo e arricchiti dall’esperienza umana e lavorativa degli ospiti. La mattina si è conclusa con la convergenza, da parte della platea, della Dirigente Scolastica, degli ospiti e della moderatrice verso una precisa idea: la necessità dello studio per affrontare la complessità sociale con animo critico e autonomo e soprattutto spirito di cambiamento, voglia di trasformazione e miglioramento del presente, poiché è questa la caratteristica che distingue dal suddito il cittadino della Repubblica e questo è, come mostrato dai giovani del Liceo “Spedalieri”, il fine ultimo della scuola.