CATANIA – Quattordici custodie cautelari in carcere hanno colpito nella notte gli esponenti del clan Scalisi di Adrano. L’operazione, condotta dalla Squadra Mobile di Catania e dal Commissariato di Adrano su disposizione della Procura distrettuale etnea, rappresenta un nuovo colpo a una delle articolazioni ancora attive di Cosa nostra nella zona etnea, collegata alla famiglia Laudani.
Gli arresti seguono di poche settimane un’altra operazione, datata 16 settembre, che aveva già portato a dieci misure cautelari. Nel complesso, in meno di un mese, l’attività investigativa ha consentito di neutralizzare 24 affiliati del sodalizio, attivo nelle estorsioni e nella gestione di almeno tre piazze di spaccio ad Adrano. Grazie all’ultima operazione è stato sequestrato un chilo di droga tra cocaina e marijuana, tre pistole con munizioni.
Il piano di vendetta di Pietro Lucifora
Secondo la Procura, oltre alle attività criminali ordinarie di spaccio, estorsione e intimidazioni, il clan stava elaborando un piano omicida per conto del capo Pietro Lucifora, deciso a vendicare la morte del figlio minorenne Nicolò, accoltellato a Francofonte lo scorso 20 aprile in seguito a un litigio tra giovani. Per quell’omicidio la Procura di Siracusa ha già assicurato alla giustizia l’autore materiale, sottoposto a misura cautelare.
“Non si sa su quali basi, Pietro Lucifora ha ritenuto che vi fossero dei complici di colui che è stato arrestato per l’omicidio di suo figlio e voleva vendicarsi. Un fatto che non ha alcun addentellato con le dinamiche mafiose del territorio: allo stato attuale si è trattato di un litigio con esiti terribili tra ragazzi molto giovani”, ha dichiarato il procuratore distrettuale di Catania, Francesco Curcio.
Gli inquirenti hanno ricostruito un progetto articolato che prevedeva persino l’acquisto di finte divise da Carabiniere per avvicinarsi alle presunte vittime designate.
Due fasi operative
“Abbiamo agito in due fasi. La scorsa settimana siamo intervenuti in via d’urgenza, mentre nella notte di ieri siamo entrati in azione attraverso le vie ordinarie. Si tratta di un’indagine di criminalità organizzata, ancora una volta ad Adrano, ancora una volta legata al clan Scalisi. Il sodalizio è sempre lo stesso, collegato ai Laudani, attivo nelle estorsioni e nel traffico di stupefacenti. L’operazione è stata possibile grazie al lavoro davvero eccezionale della Squadra Mobile di Catania, che ha dimostrato grande capacità di intervento immediato”, ha aggiunto Curcio.
Mafia, carcere e cellulari
Tra i 14 denunciati dopo l’operazione di stanotte sono presenti alcuni detenuti che comunicavano dal carcere utilizzando illecitamente il cellulare. Il procuratore ha sottolineato la gravità di questa modalità operativa emersa anche in queste indagini: “Ci sono state delle vere e proprie call conference tra gli appartenenti del carcere siciliano e quelli che stanno in Sardegna e così via. Siamo arrivati a questo”.