Gaza, la Sicilia si unisce in favore del popolo palestinese: tensioni a Catania

Gaza, la Sicilia si unisce in favore del popolo palestinese: tensioni a Catania

SICILIA – L’intera isola, tra Palermo Catania e Messina, si è riunita in piazza per dichiarare pubblicamente il proprio sdegno riguardo il genocidio attualmente in corso all’interno della striscia di Gaza. Interi cortei che, all’unisono, gridano tutti lo stesso messaggio: fermare lo sterminio del popolo palestinese e mostrare massima vicinanza alla Global Sumud Flotilla.

Palermo scende in piazza per denunciare il genocidio di Gaza

In testa alla classifica, per numero di partecipanti, è il capoluogo siculo a fare più rumore, con circa 20 mila manifestanti. Un corteo, vissuto e sentito dall’intero comune, iniziato alle 10 di mattina all’interno di piazza Verdi. Tra i presenti emergono, inoltre, diverse figure, dagli studenti di qualsiasi ordine e grado fino agli esponenti di spicco della società civile.

Una presenza significativa, conferma di una Palermo che già da tempo si è dimostrata attiva all’interno del dibattito pubblico. Tuttavia rimangono, indipendentemente dallo sciopero indetto dall’unione sindacale, attivi i servizi di trasporto urbano, con solo qualche corsa dell’azienda trasporti siciliana saltata.

Diversamente, invece, è accaduto all’interno di diverse strutture scolastiche. Qui infatti diversi docenti, iscritti a Usb, Csle, Conalpe e Conf.Sai, hanno scelto di partecipare alla manifestazione, affiancati dal personale amministrativo tecnico e ausiliario.

La grande partecipazione nel capoluogo etneo

A fare da eco vi è anche Catania, con 5 mila manifestanti riuniti in marcia su via Etnea fino al porto cittadino. A commentare l’immensa presa di posizione assunta dai cittadini catanesi è Dafne Anastasi, sindacalista dell’Usb, che ha dichiarato:

“Dove non arrivano i governi complici di Israele, arrivano le persone comuni. Non possiamo rimanere fermi davanti ad un genocidio. A Catania siamo almeno in cinquemila in corteo. Ci sono persone- ha infine aggiunto- lavoratrici e lavoratori che mai avevano scioperato in vita loro e che ci hanno telefonato per sapere come dovevano scioperare. Oggi stiamo scrivendo la storia perché stiamo dimostrando che le persone comuni non sono disponibili a seguire quello che fanno i loro governi. Per questo manifestiamo e per questo, scioperando blocchiamo la produzione e le infrastrutture attraverso le quali il genocidio prosegue”.

In prima linea, contro il genocidio di Gaza, vi sono anche gli studenti universitari del capoluogo etneo, firmatari di una lettera aperta destinata al rettore, al Senato Accademico, al Consiglio di amministrazione e all’intera comunità universitaria.

Lettera aperta degli studenti dell’università di Catania

All’attenzione del Magnifico Rettore, prof. Enrico Foti,
all’attenzione del Senato Accademico,
all’attenzione del Consiglio di Amministrazione,
all’attenzione della Comunità Universitaria tutta,

Se ha ancora senso definirci una democrazia,
se crediamo ancora nei diritti umani,
se riconosciamo che il diritto alla vita e all’autodeterminazione appartiene a tutti i popoli, senza eccezioni,

allora non può esserci esitazione: occorre fermare l’azione criminale genocidaria e di pulizia etnica portata avanti da Israele contro la popolazione palestinese di Gaza e della Cisgiordania.

Le evidenze raccolte da organismi internazionali e ONG indipendenti – incluse indagini e report di OHCHR, UNICEF, e numerose organizzazioni umanitarie – documentano un numero drammatico di vittime civili, sfollamenti di massa, la distruzione sistematica di infrastrutture essenziali (ospedali, scuole, edifici culturali) e la compromissione duratura del diritto all’istruzione e alla vita. Questi fatti hanno reso la tragedia umanitaria a Gaza una delle più gravi e prolungate nel contesto internazionale contemporaneo.

Una Commissione d’inchiesta indipendente istituita dall’ONU ha concluso, sulla base di prove documentate, che quanto avviene a Gaza configura atti rientranti nella definizione di genocidio secondo la Convenzione del 1948 e ha indicato responsabilità a carico di autorità politiche e militari israeliane. 

L’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), supportata da agenzie ONU, ha confermato la presenza di condizioni di carestia in larghe parti della Striscia di Gaza (rapporto del 22 agosto 2025). Tale riscontro rafforza e conferma le preoccupazioni circa l’uso della fame come arma a danno della popolazione civile

Sottolineiamo con fermezza che la totalità dei documenti e dei report citati evidenziano come le azioni genocidarie compiute a Gaza dallo Stato di Israele siano rese possibili anche dai flussi finanziari, dal supporto tecnologico e dal commercio di armamenti garantiti da Stati stranieri.

In quanto studenti e studentesse, sentiamo la responsabilità di unirci con decisione alle prese di posizione già espresse da docenti, ricercatori/trici e personale tecnico-amministrativo del nostro Ateneo. Riteniamo che il loro appello rappresenti non solo un atto di coraggio civile, ma anche un richiamo coerente alla missione stessa dell’Università: promuovere giustizia, sapere critico e responsabilità sociale.
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Per questo motivo intendiamo sottoscrivere integralmente le richieste formulate nella loro lettera aperta e rilanciarle con forza come parte integrante del nostro impegno studentesco, riportandole qui di seguito affinché siano fatte proprie dall’intera comunità accademica.

Le richieste

1) Prendere una posizione netta e inequivoca di condanna di quanto attuato a Gaza dal governo e dall’esercito israeliani, nominando esplicitamente le responsabilità e stigmatizzando i crimini commessi contro la popolazione civile;

2) Interrompere gli accordi e le relazioni formali con università israeliane, se in vigore, o comunque impegnarsi a non stipularne di nuovi sino alla fine della crisi in atto, senza che ciò escluda rapporti di collaborazione individuali con singoli colleghi/e israeliani/e;

3) Dichiarare esplicitamente che mai si stringeranno accordi con Università e aziende israeliane con sede in territori palestinesi occupati illegalmente;

4) Sospendere gli accordi con quelle aziende come la Leonardo spa che producono dichiaratamente tecnologie belliche, o che sono comunque suscettibili di dual use;

5) Fare pressione perché si rinnovi al più presto il bando nazionale IUPALS per borse di studio destinate a studenti e studentesse palestinesi e, nel frattempo, ampliare il finanziamento in modo che tutti/e coloro risultati/e idonei/e nel bando che si è chiuso abbiano la possibilità immediata di venire a studiare in Italia;

6) Istituire forme collettive di ricordo per le vittime civili palestinesi, per ribadire che quei morti non sono solo numeri e che non devono esistere vite indegne di lutto.

Tra le richieste formulate nella Lettera dei docenti e del personale UNICT, la quinta, relativa al sostegno al bando nazionale IUPALS per studenti e studentesse palestinesi, risulta già in parte accolta. Ringraziamo il Magnifico Rettore Prof. Foti per essersi attivato concretamente su questo fronte, già prima del suo insediamento ufficiale. Questo primo passo dimostra che un impegno istituzionale è possibile e necessario.
Chiediamo dunque che l’Ateneo continui con determinazione su questa linea e che tutte le richieste vengano prese in carico con la stessa serietà e responsabilità.

Il momento di agire è adesso.
Restare in silenzio,significa assumersi una responsabilità storica.

Dovremo risponderne davanti alle generazioni future e a noi stessi.

Tensioni tra forze dell’ordine e manifestanti a Catania nel pomeriggio

Nel pomeriggio tensioni tra le forze dell’ordine e un gruppo di manifestanti “Pro Pal” a Catania nella zona del Faro Biscari. Circa 200 giovani, dopo avere percorso via Domenico Tempio con un corteo non autorizzato, hanno tentato di entrare nel porto dall’ingresso della Plaia, ma le forze dell’ordine hanno impedito loro l’accesso. Quando hanno cercato di forzare il blocco sono stati contenuti e allontanati.

Uniti contro il genocidio di Gaza anche diversi comuni del messinese

Un’importante presenza studentesca si è registrata anche a Messina, con centinaia di studenti e docenti riuniti in piazza Cairoli. Anche in questo caso nulla è stata la partecipazione allo sciopero da parte del servizio pubblico locale. I dipendenti dell’Azienda trasporti Messina, infatti, hanno regolarmente prestato servizio.

Manifestazioni simili sono previste, già dai prossimi giorni, in altri comuni messinesi. Tra queste vi è anche il presidio organizzato di fronte al comune di Milazzo, a partire dalle 18. Similmente anche Santa Teresa Riva si organizza, con un sit-in previsto in Piazza Municipio.