CAMPOROTONDO ETNEO – Si prova a educare le nuove leve e soprattutto gli adulti per un mondo più pulito, come recitava la mission dell’ultima iniziativa di Legambiente a cui ha aderito il comune di Camporotondo Etneo, ma lo sappiamo tutti: purtroppo tanta buona volontà non basta. E se educare è meglio che punire, a oggi non si può fare a meno di perseguire in maniera indefessa anche la seconda, dolorosa quanto obbligata, scelta.
Adesso, tutti avvisati, per chi avesse ancora la malsana idea di lasciare rifiuti in strada, ci sono già le fototrappole in azione su tutto il territorio di Camporotondo Etneo e grazie a un moderno sistema di rilevamento in meno di quarantotto ore è stata già elevata la prima sanzione per l’abbandono illecito di rifiuti. L’ammenda, leggete bene, va da 1.500 fino a 18.000 euro, più il sequestro del veicolo e, non ultimo, la sospensione della patente da uno a quattro mesi nel caso in cui i rifiuti non sono pericolosi. Sì, perché nel caso di rifiuti pericolosi le pene sono più severe, fino ad afferire al Codice penale. Ne vale la pena con un servizio di raccolta tra i più efficienti della Sicilia? Anche perché non si tratta di fototrappole fisse di cui si conosce l’aera sorvegliata e si va a sporcare un altro territorio limitrofe, ma trattasi di video mobili che ruoteranno nei luoghi più sensibili e, collegate a ponti radio, trasmetteranno in tempo reale immagini a chi è preposto a visionarle. Più che una speranza da parte di tutta l’amministrazione a guida Rapisarda che, in maniera compatta, ha fortemente voluto questo modernissimo sistema affinché possa fare da efficace deterrente a questo indicibile fenomeno.
Anche in tema di normativa sulla privacy ci si adegua ai tempi, infatti, come ci conferma l’assessore alla viabilità e verde pubblico Andrea Santonocito, esiste un cartello che segnala la loro presenza con un QR code che collega al sito comunale di appartenenza informando l’utente sulla normativa vigente.
Sembra un dettaglio da poco e invece, ci racconta sempre Santonocito, impensabili le complessità burocratiche, quasi di kafkiana memoria, per ciò che è stato un iter lungo e farraginoso come le difficoltà nel redigere la DPIA che richiede una sorta di trend union tra aspetti giuridici, organizzativi e tecnici in un continuo cambiamento della normativa sulla privacy e trattamento dei dati sempre in divenire.
Un ringraziamento, sotto questo punto di vista, va al DPO, dott. Antonio Di Giovanni – Coordinatore nazionale del Gruppo di Lavoro per la Pubblica Amministrazione di Federprivacy- che cura proprio il delicato tema sulla privacy e che ha contribuito a realizzare il tutto in tempi congrui evitando le pericolose calende greche.