CAMPOROTONDO ETNEO – Si chiama “Puliamo il mondo” e difficilmente un titolo è stato così attinente alla realtà considerando i numeri davvero “a livello mondiale” delle forze messe in campo laddove occorre fare pulizia. Ben quattrocentomila volontari per milletrecento città, a cui corrispondono quattromila aree ripulite da tutto quel marciume che l’uomo, cosiddetto civile, ha deliberatamente lasciato in giro.
E così si è passato dalle parole ai fatti, cioè a ripulire ciò che i gran maleducati hanno sporcato, grazie a una lodevole iniziativa che, se di fatto non risolve il problema, almeno prova, con il buon esempio, a smuovere le coscienze cominciando dai più piccoli, considerano anche le scuole coinvolte nel progetto come quella di Camporotondo. Sì, perché anche il comune etneo, con l’amministrazione in testa e oltre una cinquantina di volontari tra i ragazzi di terza media dell’istituto Elio Vittorini, non pochi adulti, hanno aderito, senza nessuna perplessità, a questa iniziativa ripulendo parte di viale dello Sport dai rifiuti lasciati da incivili.
Queste le parole del primo cittadino Filippo Rapisarda alla domanda: “Cosa bisognerebbe fare da domani per dare seguito a questa edificante iniziativa?”
“Noi, per quest’anno, abbiamo finito gli interventi di rimozione di micro-discariche perché, purtroppo, da contratto, sono previsti pochi metri cubi anche se con la nuova gara abbiamo cercato di cambiare questo sistema. Da domani, d’importante, succederà che anche qui saranno attive le fototrappole e, come ho detto ieri in consiglio comunale, i vigili stanno redigendo un elenco di tutte le discariche e micro discariche su terreni privati; una volta che riceverò ufficialmente questo elenco, i vigili provvederanno alla denuncia e io provvederò a emettere le ordinanze per intimare i proprietari di pulire. Qualora i proprietari non dovessero adempiere al loro dovere, pensare che il comune si sostituisca a loro è impossibile perché i costi sarebbero eccessivi”.
Dicevamo presenti i ragazzi della scuola Vittorini di Camporotondo, circa una quarantina che, tra comprensibili ribrezzi per ciò che andavano a raccogliere, il lavoro misto a gioco tipico di quest’età e non poco sudore, sono stati d’esempio per gli adulti, soprattutto per quelli che hanno ridotto in discarica uno spazio a cielo aperto come le zone limitrofe al centro del paese.
Ma sentiamo le dichiarazioni della dirigente scolastica Giuseppa Centamore riguardo cosa prevedono i programmi scolastici in merito alla cura dell’ambiente:
“L’educazione ambientale fa parte di quelle che noi chiamiamo educazioni e che rientrano nell’area disciplinare dell’educazione civica, che è stata ripristinata ormai da alcuni anni e della quale si occupano tutti i docenti e non un singolo docente. Per ogni ambito disciplinare è prevista un’attività che riconduce alla sensibilizzazione anche alle tematiche ambientali, e all’interno del nostro istituto abbiamo un referente per la scuola primaria e un altro per la scuola secondaria che si occupano di sviluppo sostenibile, proprio riguardo queste tematiche molto attuali in linea con l’agenda europea”.
Mentre un rappresentante di Legambiente Sicilia Elio Zappalà ci risponde su come poter agire culturalmente sulle nuove generazioni:
“Questo di oggi è un esempio molto importante: iniziare con i bambini e con i ragazzini e insegnare loro una cultura ambientale. Si spera, quindi, che, nel prossimo futuro, non ci sia più bisogno di ripulire come oggi. Poi dipende anche dalla sensibilità di ognuno di noi adulti, comuni compresi, che fanno e soprattutto devono fare la loro parte”.
Sempre sul tema culturale interviene anche Antonio Sinatra creatore del gruppo di volontari Clean Up Sicily:
“Trovare una soluzione agendo sulle leve culturali è una domanda fondamentale che dovremmo farci tutti, perché, ottenendo una risposta, possiamo tentare davvero di dare una svolta a questo annoso problema. Un passo importante lo sto facendo insieme ai ragazzi di clean up, come il prendersi cura del territorio. Noi associazioni cerchiamo di sensibilizzare andando nelle scuole, dialogando con i genitori e i parenti dei bambini, perché i più piccoli, e non è un paradosso, saranno educatori dei genitori”.
Del medesimo parere anche Daria Fasone, rappresentante per Camporotondo dell’associazione Plastic Free:
“Fondamentale istruire i più piccoli perché tutto comincia dai ragazzi che a loro volta coinvolgono i genitori, gli zii, i nonni etc. Quindi far capire già a questa età che il mondo è soltanto uno e comprendere l’importanza di quello che loro stanno facendo adesso, perché magari la fatica che stanno impiegando per ripulire questa zona non sia sprecata da qualche sporcaccione già da domani”.
Come dicevamo era presente buona parte dell’amministrazione comunale di Camporotondo e le già citate associazioni, ma anche la Protezione Civile e i volontari della Croce Rossa, associazioni sempre attive e vicine a questi eventi, pronti a collaborare con il loro indispensabile lavoro.