MESSINA – “È un accanimento nei confronti di una mamma che ha perso un figlio. Sono dinamiche diverse rispetto alla famiglia Campanella ma è sempre un dramma nel dramma“. Ad affermarlo è Giuseppe Cultrera, legale di Stefano Argentino, suicida nel carcere di Gazzi dove si trovava il giovane reo confesso per il femminicidio di Sara Campanella.
Denunciata la madre di Stefano Argentino
“Onestamente – sostiene Cultrera – darei il peso che merita a questo vicenda, pressoché nullo, anche perché verrà archiviata. Non abbiamo ancora capito se è un esposto, una denuncia o una querela. Sono tre cose diverse. Viene utilizzato il termine in maniera inappropriata. In ogni caso è una forzatura ed un gesto che denota accanimento nei confronti della madre, alla ricerca di un capro espiatorio“.
Le parole del legale sulla vicenda
“Il processo si è concluso, Stefano aveva confessato di aver ucciso Sara, lui era responsabile. Per quanto si voglia parlare di favoreggiamento o di concorso. Il primo è escluso dal codice penale per i prossimi congiunti quindi non c’è. Il concorso non so come lo interpretano, anche perché non ho letto questo atto, ma al massimo avrebbero dovuto rilevarlo prima e non oggi che sono scaduti i termini di querela dei 90 giorni dal momento in cui sono in possesso degli atti. Mi sembra che non ci sia chissà quale attenzione da prestare a questa circostanza, naturalmente giuridicamente parlando, non mi permetterei di entrare in valutazioni morali“.
In merito ad eventuali nuovi elementi, l’avv. Cultrera spiega che: “Le circostanze che loro portano a fondamento sarebbero sempre le solite, cioè che la madre gli avesse mandato messaggi facendo sì che non desistesse, ma non sono gli unici. Per contro ci sono i messaggi dove la madre dice a Stefano “Lascia stare” “Non ti vuole, prendine atto“. Si è parlato stamane di un utilizzo secondo convenienza delle risultanze probatorie, lo ha detto mi sembra la mamma di Sara in una dichiarazione. Forse l’utilizzo secondo convenienza lo stanno facendo i suoi legali, non noi. Noi non abbiamo mai escluso la responsabilità”.