Etna, scomparso un posto di blocco militare della Seconda Guerra Mondiale: la denuncia di un cittadino

Etna, scomparso un posto di blocco militare della Seconda Guerra Mondiale: la denuncia di un cittadino

LINGUAGLOSSA – Un grido d’allarme arriva dalle pendici dell’Etna: sarebbe stato demolito senza autorizzazione un posto di blocco militare risalente alla Seconda Guerra Mondiale, conosciuto come “Casamatta”, situato lungo la Strada Statale 120, nei pressi della fermata “Cerro” della Ferrovia Circumetnea, tra i comuni di Linguaglossa e Castiglione di Sicilia.

A sollevare il caso è stato Alfio Papa, cittadino di Randazzo, che ha inviato una segnalazione ufficiale a una lunga lista di enti, tra cui Ministero dell’Interno, Ministero della Cultura, Assessorato Regionale ai Beni Culturali, Soprintendenza di Catania, Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e ai Comuni coinvolti.

La denuncia sul blocco militare sull’Etna scomparso

Secondo quanto riportato da Papa, l’opera fortificata in cemento e pietra – probabilmente parte di una rete difensiva bellica – sarebbe stata demolita abusivamente. La struttura presentava le tipiche caratteristiche dei bunker italiani: feritoie, barriere e posizione strategica per il controllo viario.

La sua sparizione solleva dubbi su possibili interventi illegittimi e sulla mancanza di vigilanza delle autorità competenti. Pur non essendo ancora sottoposta a vincolo, la “Casamatta” rientrerebbe nelle categorie di interesse storico-archeologico militare previste dal Codice dei Beni Culturali (D.Lgs. 42/2004).

A supporto della segnalazione, sono state allegate immagini comparative tratte da Google Maps, che mostrerebbero l’esistenza del manufatto e la sua recente scomparsa.

Patrimonio dimenticato?

Nella stessa area, ha sottolineato il cittadino di Randazzo, resistono ancora altre due strutture analoghe, anch’esse realizzate come posti di blocco militari. Anche queste, in assenza di interventi di tutela, rischierebbero di andare perdute.

Gli esperti di storia militare locale ribadiscono che simili manufatti sono rare testimonianze dell’architettura difensiva minore del Novecento, fondamentali per ricostruire la memoria storica del territorio.

Le richieste

Nel documento inviato alle istituzioni, Papa chiede:

  • verifiche urgenti sul sito della struttura scomparsa;
  • accertamento delle responsabilità in caso di demolizione abusiva;
  • valutazione dell’interesse culturale delle tre strutture note, con avvio della procedura di tutela;
  • sanzioni per eventuali violazioni, come previsto dall’art. 169 del D.Lgs. 42/2004;
  • inserimento dei manufatti superstiti nei registri del patrimonio culturale militare siciliano e nazionale.

Una questione di memoria collettiva

La sparizione della “Casamatta” pone interrogativi non solo legali, ma anche culturali. Quella che poteva diventare un bene tutelato e valorizzato a fini educativi e turistici rischia di sparire nell’indifferenza.

Ora si attende la risposta degli enti competenti. Intanto, la vicenda sottolinea la necessità di un censimento e di una mappatura sistematica delle strutture belliche residue in Sicilia, per scongiurare ulteriori perdite e restituire dignità a una parte importante della nostra storia.