Agrigento, detenuti aggrediscono tre agenti di Polizia Penitenziaria. L’allarme dei sindacati: “Turni di 13 ore e sempre più rischi”

Agrigento, detenuti aggrediscono tre agenti di Polizia Penitenziaria. L’allarme dei sindacati: “Turni di 13 ore e sempre più rischi”

SICILIA – “Negli istituti penitenziari regionali la situazione è esplosiva: agenti costretti a turni di 13 ore, aggrediti sempre più spesso e con estrema violenza. È in serio pericolo la salute fisica e psicofisica del personale. Serve un confronto immediato ancora di più perché siamo in un territorio in cui, per garantire condizioni di legalità e un vero reinserimento sociale, deve essere forte e visibile la presenza dello Stato”.

Queste le parole dei sindacati della Polizia Penitenziaria, su quanto accaduto recentemente.

Aggressione nel carcere di Agrigento: feriti tre agenti di Polizia Penitenziaria

Con queste parole i sindacati della Polizia Penitenziaria – Sappe, Osapp, Fns Cisl, Sinappe, Uilpa e Uspp – hanno scritto al Provveditore dell’amministrazione giudiziaria della Sicilia, Maurizio Veneziano, denunciando un clima di tensione crescente all’interno delle strutture.

L’allarme arriva dopo le ultime aggressioni avvenute il 4 settembre, all’Ucciardone e al Pagliarelli di Palermo: in un caso, un detenuto ha colpito con pugni e calci un agente solo perché gli era stato chiesto di attendere qualche minuto per accedere all’infermeria.

Secondo i sindacati, alla violenza si aggiunge il peso di un’organizzazione del lavoro insostenibile: turni che arrivano a 13 ore consecutive, con richieste di coprire anche il turno notturno immediatamente successivo, senza periodi adeguati di recupero e in palese violazione delle tutele previste dagli accordi nazionali.

Turni estenuanti per gli agenti di Polizia Penitenziaria

“Al personale – denunciano – spesso senza alcuna preventiva comunicazione né considerazione per esigenze familiari o di assistenza, impongono di lavorare dalle 8 alle 19, e in alcuni casi anche dalle 24 alle 8 del giorno successivo. Un carico psico-fisico insostenibile e incompatibile con i principi fondamentali di sicurezza sul lavoro”.

“Lo avevamo detto anche al Provveditore Regionale Maurizio Veneziano nei vari incontri – dichiarano i Segretari Regionali Nicolò Lauricella (Sinappe) Gioacchino Veneziano (UilPa Polizia Penitenziaria) Francesco D’Antoni (Uspp) – che il carcere Pasquale di Lorenzo di Agrigento non era un’isola felice, ma la situazione gestionale ed operativa veniva aggravata perché da mesi c’è una impasse nelle relazioni sindacali”.

Escalation di episodi violenti

E poi proseguono. “Dal 2 di settembre al 5 settembre il carcere di Agrigento è diventato un campo di battaglia dove i caduti sono solo i lavoratori in divisa che non hanno garanzia di essere tutelati, – chiosano i tre leader sindacali siciliani di Sinappe, Uil e Uspp, – abbiamo registrato una escalation di aggressioni da parte di due detenuti italiani, ristretti per reati comuni, che per futili e pretestuosi motivi, hanno aggredito causando il ferimento di tre operatori, che trasportati al pronto soccorso del nosocomio agrigentino con prognosi di due di 14 e uno di 8 giorni. L’operatore di polizia più grave pare abbia una lesione dell’arcata sopracciliare”.

“Esprimiamo solidarietà e pronta guarigione ai colleghi feriti, ferma condanna per gli autori di vili gesti, quindi la direzione – concludono Nicolò Lauricella, Gioacchino Veneziano, Francesco D’Antoni – deve prendere seri e decisi provvedimenti contro gli autori, auspicando ancora una volta il Provveditore dott. Maurizio Veneziano ad intervenire personalmente per sanare anche le questioni sindacali ampiamente denunciate negli incontri avuti a tavolo regionale“.

Francesco Tanasi, Segretario Nazionale Codacons, rivolge un appello al nuovo Garante regionale dei detenuti affinché assuma un ruolo attivo e incisivo di fronte alle criticità che continuano a emergere dal sistema penitenziario siciliano.

Le condizioni quasi “inumane”

“Le carceri dell’isola – spiega Tanasi – si trovano in una condizione di forte sofferenza, come dimostrano le numerose segnalazioni che giungono da più parti. Sovraffollamento, carenze igienico-sanitarie, mancanza di acqua calda e assenza di adeguati sistemi di climatizzazione rappresentano situazioni che, se non affrontate tempestivamente, rischiano di compromettere i diritti fondamentali della persona».

Il Segretario nazionale del Codacons richiama anche le ultime denunce dei sindacati di polizia penitenziaria, che segnalano episodi di aggressioni al personale e turni di lavoro che arriverebbero fino a 13 ore consecutive, con inevitabili ripercussioni sul benessere e sulla sicurezza degli operatori.

“Non si può ignorare – aggiunge Tanasi – che la condizione di chi lavora negli istituti sia parte integrante della questione carceraria. La tutela della dignità dei detenuti deve procedere di pari passo con la tutela degli agenti e del personale penitenziario“.

Per questo, Tanasi chiede al Garante di non limitarsi a un ruolo formale, ma di promuovere azioni concrete e immediate: “Ogni giorno che passa senza interventi efficaci rappresenta un giorno in più di sofferenza e di compromissione della dignità umana. La dignità non può attendere”.