Palermo ricorda Carlo Alberto Dalla Chiesa, Schifani: “Un faro di legalità per le generazioni future”

Palermo ricorda Carlo Alberto Dalla Chiesa, Schifani: “Un faro di legalità per le generazioni future”

PALERMO – A 43 anni dalla strage di via Isidoro Carini, la Sicilia rende omaggio al prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia il 3 settembre 1982 insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo.

“Nel giorno in cui ricordiamo il sacrificio del prefetto – ha dichiarato il presidente della Regione, Renato Schifani – la Sicilia si stringe attorno alla memoria di un uomo che resta un faro di legalità per le generazioni presenti e future. Dalla Chiesa è per noi motivo di commozione e di profonda gratitudine: in un contesto difficile come quello siciliano, lottò senza tregua contro la criminalità organizzata, pagando con la vita il suo altissimo senso di fedeltà allo Stato. La sua figura continua a costituire un esempio prezioso, capace di scuotere la coscienza civica di ogni cittadino e rappresentante delle istituzioni”.

Alla cerimonia commemorativa di questa mattina a Palermo, il presidente Schifani è stato rappresentato dall’assessore ai Beni culturali, Francesco Scarpinato, delegato dal governo regionale. Presenti anche il gonfalone della Regione Siciliana e una corona d’alloro deposta in memoria delle vittime.

Le commemorazioni, svoltesi in vari momenti, sono iniziate con una toccante cerimonia all’interno della caserma intitolata proprio al Generale Dalla Chiesa, luogo di grande valore simbolico e sede del Comando Legione Carabinieri “Sicilia”, dove l’Alto Ufficiale ricoprì il ruolo di Comandante dal 1966 al 1973.

Qui, il Comandante Interregionale Carabinieri “Culqualber”, Generale di Corpo d’Armata Claudio Domizi, il Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia”, Generale di Brigata Ubaldo Del Monaco e il Comandante Provinciale di Palermo, Generale di Brigata Luciano Magrini, hanno deposto una corona d’alloro al busto dedicato all’Eroe, rinnovando il forte legame dell’Arma con i valori lasciati in eredità da Dalla Chiesa.

Le celebrazioni, alla presenza del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, delle Autorità civili, militari e religiose, nonché dei familiari delle vittime, sono proseguite in via Isidoro Carini, luogo dell’efferato agguato mafioso, dove sono state deposte delle corone d’alloro in omaggio alla memoria dei caduti.

Successivamente, nella Chiesa Cattedrale di Palermo, si è celebrata una solenne messa dall’Arcivescovo Metropolita S.E. Mons. Corrado Lorefice.

Al termine della funzione religiosa, un momento particolarmente significativo si è svolto in via Vittorio Emanuele dove alcuni bambini hanno deposto un omaggio floreale innanzi il cippo commemorativo. Questo gesto, compiuto alla presenza delle Autorità e dei familiari delle vittime, ha rappresentato un segno di speranza e un impegno a costruire un futuro libero dalla violenza e dal sopruso, nel nome degli ideali difesi dal Generale Dalla Chiesa.

Piantedosi: “Il metodo Dalla Chiesa fondamentale per tutti”

“Il metodo Dalla Chiesa è stato importante per tutti noi. La sua ostinazione e dedizione per affermare un mondo più libero e giusto rappresentano un insegnamento universale”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

“Il generale – ha aggiunto Piantedosi – ha lasciato messaggi importanti a tutti noi, non solo a chi quotidianamente e proficuamente contrasta la criminalità, ma a tutti coloro che credono nei valori della legalità e della giustizia”.

L’intervento del ministro ha sottolineato il ruolo di Dalla Chiesa come simbolo di integrità e impegno civile, ribadendo l’importanza di mantenere vivo il suo esempio nella società e nelle istituzioni.

Lagalla: “La memoria senza azione è complicità”

Il sindaco Roberto Lagalla ha ricordato il valore del Generale con parole forti: “Ricordare il prefetto Dalla Chiesa non è solo un dovere civico, è un atto politico e morale. La sua vita non ci parla soltanto di legalità, ma di giustizia: quella giustizia che non è mai neutra, ma sta sempre dalla parte dei cittadini, della verità e delle istituzioni che servono lo Stato e non se ne servono”.

Lagalla ha sottolineato come il sacrificio del Generale continui a interpellare le coscienze: “Oggi, nel suo nome, siamo chiamati a chiederci se stiamo facendo abbastanza, se le nostre città sono davvero ostili alla criminalità organizzata. A chi considera questi momenti semplici rituali rispondiamo con l’impegno quotidiano. Perché la memoria, se non è azione, è complicità”.

Il primo cittadino ha concluso ribadendo che il ricordo delle vittime di quell’agguato “non deve mai diventare retorica”, ma tradursi in responsabilità collettiva: “Carlo Alberto Dalla Chiesa ha pagato il prezzo più alto per non voltarsi dall’altra parte. Sta a noi dimostrare, ogni giorno, che lui, sua moglie e l’agente Russo non sono morti invano”.

Caterina Chinnici: “Il sacrificio di Dalla Chiesa e di mio padre resta un testimone per i giovani”

“Oggi, nel 43° anniversario dell’eccidio di via Carini, il mio pensiero va al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, a sua moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo”. Con queste parole l’europarlamentare Caterina Chinnici ha voluto ricordare le vittime dell’attentato mafioso del 3 settembre 1982.

Un ricordo che per lei si intreccia inevitabilmente con quello del padre, il giudice Rocco Chinnici, ucciso dalla mafia un anno dopo: “La storia del Generale Dalla Chiesa si intreccia dolorosamente con quella di mio padre – ha dichiarato – entrambi hanno creduto fino all’ultimo che la mafia potesse essere sconfitta e hanno testimoniato, con il sacrificio più grande, la loro incrollabile fede nella giustizia”.

Per Chinnici, la memoria non è solo dovere civico, ma un impegno rivolto soprattutto alle nuove generazioni: “Ai giovani affido questo pensiero – ha aggiunto – custodire e raccogliere il testimone di quegli esempi significa costruire, giorno dopo giorno, un Paese migliore. Solo così il loro sacrificio non sarà dimenticato”.

Tantillo: “Un simbolo altissimo di impegno per la legalità e di lotta alla mafia”

Ad esprimere delle parole di solidarietà e vicinanza è stato anche il Presidente del Consiglio Comunale Dott. Giulio Tantillo, che ha affermato: “Nel giorno dell’anniversario dell’eccidio del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, di Emanuela Setti Carraro e dell’agente Domenico Russo, desidero esprimere, a titolo personale e a nome del Consiglio Comunale di Palermo, un sentito pensiero di memoria e riconoscenza. Il sacrificio del Generale resta un simbolo altissimo di impegno per la legalità e di lotta alla mafia. La sua testimonianza continua a ispirare il lavoro delle istituzioni e il senso civico di tutti noi. Ricordarlo oggi significa rinnovare l’impegno quotidiano a difendere i valori dello Stato e della giustizia”.

Germanà: “Fondamentale la coesione tra istituzioni e cittadini”

Ha condiviso il proprio pensiero anche il senatore Nino Germanà, segretario regionale della Lega in Sicilia, rivolgendosi all’intera comunità e sottolineando l’importanza di “fare rete” tra cittadini e istituzioni. “Del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa va ricordato ad imperitura memoria il servizio eccellente reso alla Repubblica, da carabiniere e da prefetto di Palermo. La strage di via Carini arrivò nel momento in cui Dalla Chiesa aveva stretto un rapporto intenso con la Città martoriata dalla mafia. Con gli studenti di Palermo, in particolare, aveva voluto un confronto autentico, spiegando che la violenza mafiosa punta alla divisione nella società, mentre l’unico elemento per contrastarla è la coesione tra istituzioni e cittadini”.

“Nel quarantatreesimo anniversario della strage – prosegue Germanà – va ricordata l’opera del Generale, a partire dalle sue intuizioni, dai suoi modelli investigativi e operativi che, fino ai nostri giorni, consentono alla magistratura ed alle forze dell’ordine di raggiungere obiettivi e risultati straordinari contro la criminalità organizzata. Il modo migliore per onorare la memoria di Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e del poliziotto Domenico Russo è quello di proseguire con determinazione nell’azione di contrasto alla mafia, non solo attraverso la repressione delle azioni criminali, ma anche con il recupero alla collettività dei beni provento di traffici illeciti”.