Biometano: il futuro dell’economia e dell’ecologia siciliana

Biometano: il futuro dell’economia e dell’ecologia siciliana

GIARRE – Il cibo come fonte energetica per il futuro. Possibile tutto questo? La risposta è “sì”, almeno secondo quanto emerso dall’incontro di questa mattina a Giarre sulla sostenibilità della filiera agro-alimentare.

Organizzatore del congresso è stato il Consorzio Italiano Biogas e ha visto partecipare anche il presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi.

“Investire nella digestione anaerobica – spiega il presidente CIB Piero Gattoninon significa solo produrre energia rinnovabile, ma anche valorizzare i sottoprodotti e le colture a rotazione. Vero è che in Sicilia si è in ritardo, ma credo che questa distanza con il nord sia colmabile”.

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Inoltre questo sistema consentirebbe di fronteggiare la desertificazione del terreno, riuscendo a sviluppare sistemi agronomici più produttivi. Secondo alcune analisi, nel 2030 il “giacimento” siciliano potrebbe valere dai 18,4 ai 27,4 miliardi di euro e potrebbe dar luogo ad altri 8 mila posti di lavoro. Inoltre, i vantaggi ci sarebbero anche per lo Stato, che avrebbe delle entrate fiscali che oscillerebbero tra i 3,3 e i 5 miliardi di euro.

“Il biogas è una fonte di energia rinnovabile da scarti e sottoprodotti – analizza Alessandro Marangoni rappresentante di Althesys, società che ha studiato lo sviluppo del Mezzogiorno -. In sostanza, ciò che non serve può essere trasformato in altro, consentendo anche il taglio delle emissioni di CO2, fino a 79 milioni di tonnellate”.

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