MESSINA – A cinquant’anni esatti dall’uscita della pellicola “Il Vangelo secondo Matteo”, la città dello Stretto ha ricordato Pier Paolo Pasolini. Franco Jannuzzi, direttore dell’Horcynus Festival ha dedicato il 4 agosto scorso alla memoria del grande regista italiano nell’ambito della sezione cinematografica denominata “Arcipelaghi della visione”.
Era il 1964 quando Pasolini realizzava il suo miglior film per la critica, “Il Vangelo secondo Matteo”, interamente incentrato sulla vita di Gesù come descritta nel Vangelo dell’apostolo.
Ad aprire la serata è stata la proiezione de La Ricotta (1963, 35’) che causò un terremoto ideologico e fece gravare su Pasolini l’accusa di blasfemia e offesa alla religione. Il regista in questo film ha mescolato sacro e profano, religione e politica rivisitando le ultime ore di vita di Gesù.
Subendo il grande fascino della figura di Cristo, Pasolini un anno dopo decise di far risaltare il suo lato più umano raccontando, attraverso la cinepresa il vangelo di Matteo. E così con sguardo laico e stile asciutto narrò ancora una volta la storia di Gesù, tra vette di poesia e misticismo, senza rinunciare ai contenuti a sfondo politico e sociale.
Durante la serata del 4 agosto, ha preso la parola Graziella Chiarcossi, cugina del regista e testimone diretta del lavoro di Pasolini per Il Vangelo secondo Matteo, in cui recita una piccola parte.
«Con Graziella Chiarcossi – spiega Franco Jannuzzi – abbiamo celebrato questo capolavoro, indagando i motivi delle scelte che hanno guidato Pier Paolo Pasolini nella realizzazione del film. Abbiamo, inoltre, ragionato sul tema “immanente trascendente” centrale nel momento in cui il realismo marxista che segna l’impostazione pasoliniana incontra la figura di Cristo».
A chiusura dell’evento c’è stata la proiezione di un’intervista di Franco Jannuzzi a Domenico Notarangelo, il quale nel 1964 fu attento osservatore delle riprese del “Vangelo secondo Matteo” e realizzò alcune fotografie oggi conosciute in tutto il mondo .