Al Platamone Guglielmino riscrive di contemporaneità la tragedia greca “Agamennon- l’ombra del re”

Al Platamone Guglielmino riscrive di contemporaneità la tragedia greca “Agamennon- l’ombra del re”

CATANIA – Platea gremita in ogni ordine di posto per “Agamemnon, l’ombra del re” il secondo applaudito spettacolo della rassegna “Mitoff Festival Catania”, promossa all’interno del cartellone Summer Fest patrocinato dal Comune di Catania e dall’Assessorato alla Cultura del Comune.

Una nuova visione teatrale del testo di Eschilo riscritta, diretta e interpretata sul palco del Platamone da Salvatore Guglielmino protagonista sulla scena nel ruolo di Agamennone insieme a Marta Limoli, Franco Colaiemma, Martina Cielo Iacoboni e Alfio Belfiore.

Guglielmino disegna con un’accurata interpretazione Agamennone tornato ad Argo dopo dieci anni passati in guerra a Troia, dove ritrova la moglie Clitemnestra, interpretata da una brava Marta Limoli, che ancora non ha elaborato il lutto della figlia Efigenia uccisa dal marito diventato oggetto di estremo odio e sofferenza tanto da accogliere senza nessuno scrupolo o remore nel proprio letto l’amante Egisto, interpretato da un sempre più convincente Alfio Belfiore.

Novità della riscrittura di Guglielmino il personaggio del veggente Calcante, interpretato da un ottimo Franco Colaiemma, il quale annuncerà il ritorno del re Agamennone ad Argo, che accompagnato dal suono mistico delle percussioni e delle campane tibetane e di cristallo di Giovanni Grasso farà riecheggiare la sua potente attrazione per tutta la corte del Platamone.

Alla vicenda di dolore e sofferenza di Agamennone si lega quella della profetessa Cassandra, interpretata dall’attrice romana Martina Cielo Iacoboni nuovo splendido acquisto della Compagnia dei Miti di Guglielmino, coinvolgente nel raccontare la sua terribile morte e quella del re Agamennone per mano della sua consorte.

Intenso il momento in cui l’ombra del re Agamennonne, da qui il titolo, si palesa dopo la sua morte a Clitemnestra e ed Egisto con la consapevolezza di far sapere ai due che lui sarà sempre il loro re anche se si troverà nell’angolo più buio dell’oltretomba.

Amore, vendetta e sangue si mescolano tra loro raccontando la miseria dell’animo umano che ieri come oggi, nonostante i millenni che dividono la nostra società da quella di Eschilo, rapisce l’attenzione del pubblico sapientemente coinvolto dall’idea di Guglielmino nel vestire di contemporaneità i personaggi del mito ancora vivi, vibranti e simili per debolezze e paure all’uomo moderno che in questa forma di Teatro di Narrazione non può non emozionarsi per una tragedia classica estremamente attuale.