CATANIA – Grande partecipazione ieri, al castello Ursino, per la presentazione di Alcuni appunti prima di uccidere, libro d’esordio del giornalista catanese Alessandro Sofia, pubblicato da Euno edizioni di Emilio Barbera.
“La scrittura – ci racconta Alessandro Sofia – è un hobby personale che coltivo da sempre. Questo libro è il frutto di una serie di pensieri nati spontaneamente durante un arco di tempo medio lungo che alla fine hanno preso corpo e si sono trasformati in un organico testo scritto“.
Il libro non è stato il risultato di un progetto, di una scelta fatta a tavolino in cui l’autore, sceso a patti con se stesso, decide di imprimere, su un foglio bianco, un racconto da donare al grande pubblico, ma è una creatura che vive di vita propria, che si agita e inquieta i giorni e le notti del suo creatore:
“All’improvviso mi venivano in mente delle idee. Sentivo come una febbre, un desiderio impaziente che mi assaliva. Era come se il libro, chiuso in un cassetto per anni, mi chiamasse; voleva che io scrivessi, che lo facessi uscire da quel luogo angusto in cui lo avevo relegato e così si è imposto, ha preso corpo e oggi ho avuto la fortuna di poterlo raccontare e condividere con gli altri“.
In questa atmosfera pirandelliana, in cui l’opera sembra essersi fatta da sé, Alessandro Sofia ci racconta dei curiosi aneddoti:
“Quando ho iniziato a scrivere il libro, mi capitava di annotare i continui e rapsodici pensieri ovunque, su scontrini, fogli di giornale raccattati qui e lì, oppure, quando facevo il giornalista sportivo della Sicilia scrivevo sul retro dei fogli che mi davano allo stadio. A volte, sentivo i pensieri farsi viva voce in piena notte, sbuffavo perché avevo sonno e avrei voluto dormire e invece accendevo l’atbajour e iniziavo a scrivere“.
Il giornalista, scrittore emergente, è stato pertanto protagonista privilegiato di un enigmatico e instancabile dialogo con un “fantasma interiore” che, alla fine di un lungo viaggio, lascia ai lettori i suoi pensieri, le sue paure, le sue angosce, le sue speranze.
“Ho immaginato un personaggio che vive in un appartamento spoglio in cui si muove triste, speranzoso, inferocito in relazione al suo vissuto, alle emozioni che lo stimolano. Entro questo appartamento ogni giorno butta giù i pensieri che lo attanagliano. Ogni giorno un foglio, un pensiero che si fa parola scritta, urlata“.
Un personaggio dei nostri tempi, a tratti una creatura frammentata alla ricerca dell’azione, del gesto che possa condurre all’integrità, si fa strada tra le pagine di questo libro, un diario di viaggio che non può lasciare indifferente il lettore che ha il coraggio di ascoltare senza infingimenti un altro uomo che dialoga con se stesso, che riflette sui suoi pensieri e che induce a sua volta ad ascoltare quella voce interiore che l’uomo spesso mette a tacere.