RANDAZZO – “Il ponte San Giuliano, nei pressi di Randazzo, nel Catanese, è stato chiuso la sera del 16 agosto a causa di un violento nubifragio che ha provocato il distacco di porzioni del parapetto, senza pregiudicarne la stabilità. In stretto contatto con Anas, competente per la struttura, che ne ha verificato la stabilità, dopo 36 ore è stato riaperto“. Lo afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità, Alessandro Aricò.
“Attualmente – prosegue Aricò – sul viadotto è stato istituito il senso unico alternato e installato un semaforo e si può effettuare l’attraversamento in sicurezza dopo che Anas ha provveduto alla posa di ‘new jersey’ in calcestruzzo ai lati della carreggiata. Il ponte, infatti, è stabile e le paratie hanno ceduto per il notevole afflusso di acqua non convogliato adeguatamente. Giovedì, comunque, Anas avvierà lavori del valore di circa un milione di euro per un ulteriore consolidamento che permetterà il ripristino del senso di marcia a doppia corsia”.
Il punto di vista del Codacons
Anche il Codacons è intervenuto in queste ore sul cedimento del parapetto del ponte San Giuliano, lungo la Statale 116 Randazzo–Capo d’Orlando: “Ancora una volta – spiega l’associazione – si è sfiorata la tragedia a causa della fragilità delle infrastrutture stradali italiane. È inaccettabile che solo la casualità e la chiusura in via precauzionale abbiano evitato un dramma, mentre i cittadini della zona vivono ora nell’incertezza e nel rischio di isolamento”.
Per il Codacons, l’episodio del ponte San Giuliano non può essere considerato un caso isolato, ma deve accendere i riflettori su centinaia di ponti e viadotti che versano in condizioni critiche. “Chiediamo al Governo, all’Anas e a tutti i soggetti competenti di avviare immediatamente un piano di verifiche straordinarie sullo stato di tutte le infrastrutture – prosegue il Codacons – con controlli tecnici indipendenti e trasparenti, affinché non si ripeta un nuovo caso Genova e non si attenda il crollo prima di intervenire”.
L’associazione ricorda infine che la sicurezza delle infrastrutture rappresenta un diritto fondamentale dei cittadini e che qualsiasi ritardo o negligenza da parte delle istituzioni potrebbe configurare gravi responsabilità sia penali sia civili.
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