Giornata della Fotografia: gli step per ottenere uno scatto perfetto tra regola dei terzi, esposizione, ISO e diaframma

Giornata della Fotografia: gli step per ottenere uno scatto perfetto tra regola dei terzi, esposizione, ISO e diaframma

ITALIA – Oggi ricorre la Giornata Mondiale della Fotografia, motivo per cui vedremo alcune delle regole principali per ottenere uno scatto perfetto. Ormai scattare foto è diventato un gesto abbastanza comune e ricorrente, ma quasi nessuno, eccetto appassionati e professionisti del settore, si chiedono cosa si nasconda dietro a quel semplice “click“.

Le regole per uno scatto perfetto

Quindi adesso, analizzeremo gli step a cui fare riferimento per realizzare non solo delle fotografie belle, ma anche “ben strutturate“. Per scattare bene serve molta pratica, infatti più ci si esercita e maggiori saranno le possibilità di avere dei lavori validi, ma un pizzico, e forse anche qualcosa in più, di teoria, non guasta assolutamente. Anzi, servirà per comprendere al meglio tutti quei meccanismi e/o interrogativi fino a questo momento rimasti in un certo senso quasi “irrisolti”, come delle incognite. Pertanto, ecco alcune regole per uno scatto perfetto.

Il triangolo dell’esposizione

In fotografia, uno dei metodi base da tenere in considerazione prima e durante uno shooting, è il triangolo dell’esposizione. Come già è possibile intuire dal nome, questa sorta di “piramide” spiega la correlazione fra tre elementi, che sono velocità di otturazione, ISO e apertura del diaframma.

La regola di base del triangolo dell’esposizione è quella di trovare sempre un equilibrio. Quando tutti e tre lati del triangolo sono sotto controllo, si otterrà un valore corretto dell’esposizione, che normalmente è vicino allo zero.

Secondo questa regola, ogni volta che si vorrà modificare uno dei tre lati, bisognerà compensare anche gli altri regolandoli, e mantenendo sempre un certo equilibrio, poiché è proprio questa la finalità del triangolo dell’esposizione. 

Velocità di otturazione o tempo di esposizione

Il primo (velocità di otturazione, chiamato anche “tempo di esposizione“), stabilisce la durata di tempo in cui la luce colpisce il sensore della fotocamera. È quella fase nel quale l’otturatore della macchina fotografica rimane aperto, per permettere alla luce di raggiungere la pellicola o il sensore.

Si tratta di una sorta di interruttore on/off temporizzato, che accende e spegne quella luminosità che entra nella fotocamera. La scala dei tempi di esposizione è espressa e si misura in frazioni di secondo, a passi di 1 stop.

Se si vuole cambiare questa proporzione, è possibile impostare il cambio manuale della velocità, anziché quello automatico della macchina fotografica stessa. Ogni valore è all’incirca la metà del precedente e più o meno il doppio del successivo.

Nell’epoca delle macchine fotografiche analogiche, in automatico si apriva questo “varco” per qualche piccola frazione di secondo, per consentire alla luce di passare e catturare colori, contrasti e dettagli. In era digitale funziona allo stesso modo, ma con il sensore che rileva la luminosità al posto della pellicola.

Sensibilità ISO

L’ISO (acronimo di “International Organization for Standardization” e tradotto letteralmente in “Organizzazione Internazionale per la Normazione”), determina la sensibilità alla luce della pellicola fotografica o di un sensore digitale. Più è alto il numero di ISO al momento di uno scatto, e più verrà definito. Solitamente gli ISO vengono aumentati perché si cerca/vuole più luce, in modo che la foto venga esposta correttamente.

Se si raddoppiano, la fotografia sarà maggiormente chiara, ma attenzione, bisogna tenere a mente che c’è anche un limite ISO, superato il quale lo scatto risulterà “brutto”, facendo emergere la “grana” e molto “rumore“, come si suol dire in gergo. Anche i colori cambieranno notevolmente e in peggio. Insomma, aumentare di troppo gli ISO potrebbe essere il preludio di un vero e proprio “disastro“.

Il livello di ISO scelto dipenderà anche dall’ambiente circostante e dalle condizioni d’illuminazione presenti nel luogo in cui ci si trova. Ma in ogni caso, esistono dei parametri quasi “standard” su cui basarsi. Ad esempio, se si vuole ottenere più saturazione, meno rumore e più dettagli, sarà opportuno scegliere un ISO basso. Infatti, maggiore è il numero di ISO e minore sarà la definizione, proprio perché si farà “entrare” più luce.

Occorre però ricordare che, aumentando l’ISO di un livello (stop), la sensibilità del sensore verrà raddoppiata (ad esempio da ISO 100 a 200 e da ISO 200 a 400). Questo significa sarà necessaria la metà della quantità di luce che colpisce il sensore per la stessa esposizione.

Apertura del diaframma

L’apertura del diaframma riguarda il controllo della quantità di luce che arriverà alla pellicola o al sensore digitale della fotocamera. Quella sorta di “vortice” dentro l’obiettivo, con delle lamelle, rappresenta proprio il diaframma, che si apre e chiude al bisogno, per far entrare più luce o meno. Questo meccanismo di apertura/chiusura consentirà di regolare la quantità di luce che colpirà all’interno.

L’impostazione di apertura del diaframma è determinata da diversi fattori. A numero alto, corrisponde un diaframma chiuso, e viceversa, più il numero è basso e più il diaframma sarà aperto. Inoltre, minore è la dimensione dell’apertura e maggiore sarà la profondità di campo.

Infatti, se il diaframma è chiuso, si avrà una profondità di campo più grande/larga/ampia. Se invece la profondità è ridotta, verrà messo a fuoco solo un determinato soggetto, per di più ravvicinato o poco distante dall’obiettivo. In questo caso, ci sono due opzioni da tenere in considerazioni, ovvero allontanarsi per avere una visione d’insieme o chiudere il diaframma.

La regola dei terzi

La regola dei terzi consiste nel suddividere l’inquadratura in una griglia di 3×3, creando così nove sezioni uguali attraverso due linee orizzontali e due verticali. Questa suddivisione aiuta a posizionare i soggetti principali e gli elementi chiave dell’immagine in modo strategico, rendendo la composizione più interessante e dinamica. Molte fotografie ritrattistiche, di paesaggi o panorami, si basano molto su questo punto chiave.

Quasi tutte le fotocamere o gli smartphone, anche vecchio modello, hanno l’opzione per poter visualizzare griglia sullo schermo o nel mirino. A questo punto, fatto ciò, bisognerà soltanto “incasellare” e posizionare quei soggetti che s’intendono fotografare in maniera “pulita”, ovvero lungo le linee o nei punti d’intersezione.

In ultimo, sarà necessario seguire alcuni accorgimenti, come quello di evitare di sistemare proprio al centro un soggetto, perché questo renderà la fotografia più statica e “ferma”. Se invece tutto verrà “distribuito” in maniera più omogenea (soggetti decentrati), lo scatto assumerà dei tratti più originali, dinamici, creando “movimento” e contrasto visivo.