MONDO – Oggi, in occasione della Giornata Mondiale della Fotografia, celebriamo l’ottava arte che per secoli ci ha accompagnato nell’imprimere e ricordare in maniera “indelebile” dei momenti indimenticabili.
Oggi è la Giornata Mondiale della Fotografia
La nascita e l’invenzione della fotografia, risalirebbero al lontano 1826, per merito del pittore Joseph Nicéphore Niépce. Proprio a lui infatti, si deve la prima fotografia della storia, con l’eliografia denominata “Veduta della finestra a Le Gras“. L’immagine raffigurava il paesaggio al di fuori del suo studio a Saint-Loup-De-Varennes, ed era impressa su una lastra di rame e argento, ricoperta da bitume di Giudea.
Il primo scatto
Chiaramente, essendo lo “scatto zero“, la qualità era molto bassa, sgranata e in bianco e nero. Inoltre, per raggiungere questo risultato, c’è stato bisogno di otto ore di esposizione. In seguito, subentrò la dagherrotipia, ovvero una tecnica che prevedeva l’utilizzo di una camera oscura con un dorso removibile, con all’interno una lastra di rame argentata, trattata con vapori di iodio. Quest’innovazione fece in modo di ridurre notevolmente questi tempi di esposizione, arrivando a dieci/quindici minuti.
Successivamente, dal 1840, aprirono degli studi fotografici, e il fotografo inglese William Henry Fox Talbot introdusse un nuovo metodo di stampa, cioè la calotipia. Questa tecnica consisteva nell’uso della carta al posto delle lastre. In tal modo però si otteneva una sola copia della fotografia. Per “bypassare” il “difetto” e trovare una soluzione, Frederick Scott Archer ideò un processo chiamato “collodio umido“, che consentiva di produrre un negativo, che potesse a sua volta essere riprodotto in più copie.
L’evoluzione
Il collodio umido venne introdotto quindi in sostituzione delle lastra, ma in seguito fu soppiantato a sua volta dalle lastre di gelatina secca. Più avanti, nel XIX Secolo, subentrarono le fotocamere con il rullino, grazie al fondatore della Kodak, George Eastman, che sviluppò la prima macchina fotografica di questo modello, contenente un foglio con ben cento fogli fotografici arrotolati.
Questo macchinario riscosse fin da subito grande successo sul mercato, seguito da un’innovazione ancora più all’avanguardia. Stiamo parlando dell’incapsulamento del rullino, che consentiva di poter scattare un cospicuo numero di fotografie all’esterno, e finito un rullino, sostituirlo con un altro “vuoto”, per poi poter continuare a scattare rimanendo fuori, evitando di dover rientrare in studio per cambiarlo.
Ma cos’è la fotografia?
In poche parole quindi, la fotografia comprende al suo interno alcuni “step“, che vengono messi in pratica tramite il supporto e l’utilizzo di mezzi tecnici, attraverso cui si può giungere la “materializzazione” del disegno della luce come immagine ottica, ripresa a sua volta da una fotocamera, e impressa su una pellicola in bianco e nero oppure, in tempi più recenti, nella versione a colori, poi sviluppata in camera oscura, cioè un ambiente buio, “illuminato” esclusivamente da una luce rossa specifica.
È un mix di aspetti tecnici e artistici, per riprendere figure statiche o in movimento, fatti, eventi e qualunque altra cosa, proprio per fissarne l’immagine e il ricordo a distanza di anni. Nel tempo la fotografia è servita anche come rappresentazione della realtà, in quanto mezzo di comunicazione e informazione, per raccontare/descrivere momenti storici specifici e accadimenti vari.
Con la fotografia di solito si cerca di “cogliere l’attimo“, imprimendo per sempre, mediante uno o più scatti, determinati avvenimenti, tentando di immortalare nell’inquadratura e nell’immediatezza, le peculiarità di ciò che si sta riprendendo con la fotocamera.
La fotografia quindi, è il risultato del prodotto diretto della luce, di una lente ottica e di una macchina fotografica che possa “catturare” quello che si desidera, nei pochi secondi di tempo che si hanno a disposizione, quasi “scolpendolo” su pellicola.
L’invenzione della camera oscura
In seguito, sia il filosofo Aristotele, che lo studioso arabo Alhazen Ibn Al-Haitham, notarono nell’osservare la luce attraverso un piccolo foro circolare, il formarsi dell’immagine proiettata. A questa scoperta, venne dato il nome di “camera oscura“. Si chiamava così la scatola in cui si riproducevano tutte le immagini, stesso termine coniato poi da Leonardo da Vinci nel 1515 per definire il riflesso della luce sulle superfici sferiche, descrivendo la camera oscura con “Oculus Artificialis” (occhio artificiale), alla quale veniva aggiunta una lente al modello “classico/semplice”.
In seguito e nel corso degli anni, diversi studiosi perfezionarono la camera oscura, sfruttando al meglio le sue capacità di osservazione e proiezione delle immagini. Tra questi, ci lavorarono lo scienziato olandese Rainer Geinma Frisius, Gerolamo Cardamo, Daniele Barbaro, Johann Zahn e Giovanni Battista della Porta.
Successivamente, si è visto quando fosse indispensabile, applicandola anche in altre discipline, attività, campi e settori diversi, ad esempio nella ricerca scientifica, o in astronomia, medicina, giornalismo, moda, arte, cultura e altro.
L’avvento del digitale
A seguito di svariati passaggi e parecchie migliorie, si giunse alla fotografia digitale. Nel 1975 infatti, l’ingegnere americano Russell A-Kirsch, sperimentò il primo scanner digitale, basandosi su quel modello di macchina fotografica, per poi creare il prototipo.
Nel 1981, Sony mostrò il primo modello ufficiale di macchina fotografica digitale. Le modifiche proseguirono fino a raggiungere quel tipo di macchinario che consentiva di scaricare le fotografie direttamente sul proprio computer, presentata da Dycam nel 1991.
Il progresso fotografico continuò rapidamente, facendo nascere la nuova era della fotografia. Infatti, poi ci fu il periodo della macchina fotografica istantanea, la cosiddetta “Polaroid“, che permetteva di scattare fotografie, avendone quasi subito il risultato, dopo qualche minuto circa, “agitandola” e soffiando leggermente.
Con l’avvento di Internet, Social Network e nuove tecnologie come gli smartphone, scattare fotografie è diventato sempre più facile, frequente e alla portata di tutti. Chiunque adesso, con in mano un semplice cellulare, può farlo. Anche se non per forza con risoluzione massima, è possibile ottenere dei risultati validi ugualmente. Questo in parte ha reso più difficile il lavoro dei fotografi professionisti.
Giornata Mondiale della Fotografia: come si celebra oggi e perché proprio il 19 agosto
La Giornata Mondiale della Fotografia, istituita nel 2010 dal fotografo australiano Korske Ara e dalla World Photography Day Foundation, serve a promuovere e ricordare la rilevanza di questa grande innovazione, attualmente considerata fin troppo ovvia, ma che all’epoca fu una vera e propria importante scoperta, che avrebbe cambiato il corso degli eventi.
La scelta della data non è casuale, poiché coincide con il 19 agosto 1839, in cui il fisico francese François Arago presentò ufficialmente all’Accademia delle Scienze e delle Arti Visive di Parigi, e più in generale a tutta la Francia, il dagherrotipo, ovvero il primo procedimento fotografico per sviluppare le immagini, a cui lavorò con la collaborazione del chimico Louise Jaques Mandé Daguerre.
Attualmente, durante la Giornata Mondiale della Fotografia, fotografi di tutto il mondo, sia professionisti che principianti/appassionati, condividono dei propri scatti sul web, con l’hashtag #WorldPhotographyDay. Questa modalità di “diffusione” offre al pubblico diverse tecniche fotografiche e stili differenti.
Inoltre, sono previste iniziative di vario genere, come incontri, eventi, conferenze, esposizioni temporanee, workshop, mostre e altro, per promuovere l’arte della fotografia e rimanere sempre aggiornati sulle ultime tendenze, in modo da migliorare le proprie abilità.