Randazzo, 30 minuti di inferno: grandine, allagamenti e strade distrutte. Il Ponte San Giuliano di nuovo ko

Randazzo, 30 minuti di inferno: grandine, allagamenti e strade distrutte. Il Ponte San Giuliano di nuovo ko

RANDAZZO – È bastata solo mezz’ora per trasformare un normale pomeriggio d’agosto in un incubo. La furia del maltempo che ha colpito la Sicilia orientale non ha risparmiato Randazzo, piccolo comune incastonato tra l’Etna e i Nebrodi, travolto in pieno da un violentissimo nubifragio accompagnato da una grandinata senza precedenti.

Il risultato? Alcune zone del paese risultano oggi impercorribili, e per raggiungere un punto distante solo cinquanta metri, i residenti sono costretti a compiere l’intero giro del paese. Una situazione paradossale e drammatica che ha reso evidente la fragilità delle infrastrutture del territorio.

A raccontarlo, per noi di NewSicilia, un nostro lettore, Alfio Papa.

Il crollo sul Ponte San Giuliano e la chiusura della SS 116

Il danno più grave è avvenuto sulla Strada Statale 116 Randazzo-Capo d’Orlando, colpita duramente dallo smottamento che ha interessato il ponte San Giuliano, che attraversa il fiume Alcantara. Il parapetto sul lato destro, in direzione Capo d’Orlando, ha ceduto sotto la forza dell’acqua e del fango. Un déjà-vu amaro: già nell’ottobre del 2021, una simile ondata di maltempo aveva colpito lo stesso ponte, causando lo smottamento del parapetto opposto e la rottura di una conduttura idrica fondamentale per la città.

E proprio in queste ore si teme che si possa essere verificato un nuovo, potenzialmente gravissimo danno: si presume – anche se non vi è ancora conferma ufficiale – che sia stata compromessa la colonna (tubi acqua) di adduzione che porta l’acqua alle vasche di raccolta, da cui l’acqua ritorna poi al paese alimentando circa il 70% della rete idrica cittadina. Se tale ipotesi trovasse conferma, Randazzo rischierebbe di rimanere senz’acqua già entro le prossime 24 ore.

Un’eventualità che richiama alla memoria quanto avvenuto nel 2021, quando l’allora Sindaco, con grande tempestività, attivò Protezione Civile e altri enti, organizzando un servizio straordinario con autobotti per evitare il collasso del sistema idrico e garantire l’approvvigionamento alla popolazione.

Un problema di responsabilità e manutenzione mai affrontato

Dietro il disastro non c’è solo il maltempo. C’è anche l’incuria. La manutenzione ordinaria della SS 116, compresa la pulizia delle caditoie, compete all’ANAS, ente gestore della strada. Ma da anni, i cittadini randazzesi denunciano l’inerzia e il silenzio dell’ente, incapace di garantire anche i minimi interventi preventivi.

Non è mancata la pressione istituzionale: già nel gennaio 2024, davanti al Prefetto di Catania, ANAS si era impegnata a un intervento di messa in sicurezza del ponte entro due mesi. Ma nulla è stato fatto, e oggi si paga il prezzo di quella grave inadempienza, che non solo mette a rischio la sicurezza di centinaia di persone, ma interrompe un’arteria fondamentale per la Sicilia orientale.

La SS 116: una linea di vita per tre province

La SS 116 non è una strada qualunque. Collega Randazzo con Sinagra, Brolo e Capo d’Orlando, rappresentando uno snodo cruciale per il commercio, il turismo e i collegamenti tra le province di Catania, Messina e Palermo. Ogni giorno è attraversata da decine di autotreni carichi di merci e rifornimenti.

L’attuale interruzione rischia di isolare interi territori, aggravando ulteriormente le difficoltà economiche di un’area già penalizzata da anni di scarsi investimenti e marginalizzazione infrastrutturale.

Appello urgente: serve un Tavolo Tecnico immediato

Si fa sempre più forte l’appello affinché il Direttore della Struttura Territoriale ANAS Sicilia, Nicola Montesano, convochi immediatamente un Tavolo Tecnico, coinvolgendo:

  • Autorità di Bacino
  • Protezione Civile
  • Genio Civile
  • Forze dell’Ordine
  • Vigili del Fuoco
  • Comuni interessati

Obiettivo: definire un piano di interventi urgenti per ripristinare in sicurezza la viabilità sulla SS 116 e scongiurare l’isolamento totale di Randazzo e dei comuni limitrofi. E oggi più che mai, valutare anche un intervento urgente per garantire la continuità dell’approvvigionamento idrico al paese.

Un paese al collasso: anche la SS 120 cede

Ma i danni non si fermano alla SS 116. Anche all’interno del paese le ferite sono evidenti. Sulla SS 120 – Via Bonaventura, un sottile strato di asfalto posato meno di due settimane fa è già saltato. L’asfalto, evidentemente inadatto o posato in fretta, non ha retto all’intensità delle precipitazioni, costringendo alla chiusura parziale della carreggiata. Un altro esempio della superficialità con cui vengono eseguiti i lavori pubblici.

Dalla denuncia all’azione

Randazzo chiede rispetto. Chiede ascolto. Chiede azioni concrete. Non è più tempo di promesse o rassicurazioni. È il momento di agire. Di mettere in sicurezza un territorio fragile ma strategico. Di garantire ai cittadini la possibilità di vivere e lavorare senza la paura che bastino trenta minuti di pioggia per spezzare i collegamenti, allagare le case, interrompere il servizio idrico e isolare intere comunità.

Il maltempo non si può fermare. Ma si può – e si deve – prevenire il disastro.

A cura di Alfio Papa

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