L’atteso incontro Trump-Putin avverrà nella base militare Usa di Anchorage in Alaska, il giorno di Ferragosto

L’atteso incontro Trump-Putin avverrà nella base militare Usa di Anchorage in Alaska, il giorno di Ferragosto

Dalle ultime notizie emerse, in teleconferenza, è avvenuto il precedente incontro fra Trump e Zelensky, a fianco di Giorgia Meloni e dei Leader Europei, con un “dieci” dato al presidente ucraino da parte del Tycoon, per le sue richieste di pace. Pare che si parta col piede giusto perché, l’incontro di Anchorage possa diventare speranzoso per un possibile accordo di pace e porre fino alla “Operazione Militare Speciale” di Putin in Ucraina; anche se di speciale, a quanto pare non abbia nulla, ma di essere un attacco sanguinario.

Di certo, alla vigilia di questo storico incontro, il mondo intero è lasciato in una confusione mai vista per l’accavallarsi di due generi di guerre: la Guerra con le armi sulla Striscia di Gaza e l’Ucraina e poi con il caro Donald, principe della Borsa Speculativa dei dazi, con la guerra economica a destra e a manca.

A questo punto e per cercare di capire qualcosa sull’evolversi della vicenda bellica Russia-Ucraina e sul delicato confronto trilaterale “Usa, Russia e UE”, abbiamo pensato di rivolgerci al Generale di Corpo d’Armata Giovanni Ridinò per avere davanti un quadro più chiaro sulla crisi bellica. Il Generale di Corpo d’Armata Giovanni Ridinò, ha avuto l’alto incarico di Direttore della Cellula Strategico Militare dedicata ad UNIFIL” presso le Nazioni Unite in New York.

Generale Ridinò, innanzitutto la ringrazio per la sua sempre pronta disponibilità. Il presidente Trump, proprio ieri, aveva citato un consiglio che gli aveva dato suo padre: “Se trovi una porta sporca (e fitusa, diremmmo noi), non la devi varcare mai!”. Pensiero più che giusto, ma il presidente si riferiva alla Casa Bianca, al Cremlino o il Palazzo Mariinskij? Sicuramente meglio una zona lontana e fuori dal caldo di Ferragosto, in Alaska. Da questo incontro si aspettano risultati di possibili accordi per un futuro di pace?

“Poter prevedere cosa accadrà nell’incontro tra il presidente degli USA ed il presidente della Russia è a mio avviso un esercizio non certo facile. Occorrerebbe conoscere nei dettagli l’agenda dell’incontro, conoscere il pacchetto di argomenti che i due presidenti sono chiamati a discutere nel loro faccia a faccia. Penso che non parleranno solo della questione Ucraina, anche se sarà l’argomento di punta. In merito, l’Europa sembra stracciarsi le vesti per non essere stata invitata a sedersi al tavolo apparecchiato e starnazza minacciando che nulla può essere deciso senza la presenza di Kiev nella discussione programmata. Eppure bisognerebbe fare un esame di coscienza ed andare a rileggersi le pagine della storia recente prima e dopo la caduta del muro di Berlino per cercare di dare una lettura più concreta sul perché si sia arrivati a questo punto”.

Già, poniamoci un quadro più chiaro su tutti questi asti atavici che affliggono i rapporti fra la Russia, i Paesi europei e quelli nordeuropei.

“La questione Ucraina è complessa e abbraccia problematiche politiche, economiche e militari. L’Unione Sovietica ha sempre considerato l’Ucraina una regione importante per la sua strategia di espansione e di contrasto alle politiche dei paesi aderenti alla NATO. Anche se i rapporti tra gli ucraini ed i russi non siano sempre stati idilliaci, nei suoi porti, la Russia aveva accentrato il suo naviglio nucleare e le coste ucraine assicuravano lo sbocco al mare sul lato sud dell’URSS. Tra l’altro è risaputo che gli oligarchi sovietici, civili e militari avevano in Crimea le loro residenze balneari. Con la dissoluzione dell’URSS, l’Ucraina si ritrovò con un complesso di oltre cinquemila testate nucleari che gli USA consigliarono di restituire alla Russia, pensando di aver vinto una guerra che avrebbe portato a democratizzare il mondo. Si ritiene che questo, invece, sia stato il momento per la ripresa delle mire imperialistiche di Mosca”.

Dalla caduta del muro ed il dissolvimento dell’URSS abbiamo assistito ad una serie di dichiarazioni da una parte e dall’altra non formalizzate secondo i canoni internazionali.

“Da una parte gli USA avevano promesso che la NATO non si sarebbe allargata ad est, promessa subito disattesa per aver accettato l’ingresso di Ungheria, Cecoslovacchia e Polonia per una sorta di debito morale,per essere rimasti osservatori lontani durante le soppressioni, con i carri armati, degli aneliti di libertà di questi paesi sotto il dominio dell’ URSS. Dall’altra parte nel memorandum di Budapest del 1994, la Russia, si impegnava a rispettare l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina anche se non ha mai riconosciuto la sovranità dell’Ucraina sulla Crimea che era stata ceduta dall’URSS nel 1954. L’ URSS prima e la Russia di Putin dopo, hanno sempre sofferto la sindrome dell’accerchiamento ed hanno visto l’allargamento della NATO come una minaccia alla loro sovranità. La Comunità degli Stati Indipendenti nata per ripristinare un organismo sovranazionale tra Russia, Bielorussia e Ucraina, per fronteggiare il mancato scioglimento della NATO, dopo la dissoluzione dell’URSS, è stato il rinnovato disegno per realizzare una cintura di sicurezza ed evitare che uno stato appartenente alla NATO confinasse direttamente con la Russia”.

È quindi di tutta evidenza che la Russia cerca di avere paesi amici lungo i propri confini e cerca in tutti i modi di orientare le Istituzioni, di questi paesi confinanti, ad eleggere autorità politiche “filorusse”.

“L’attuale guerra tra Russia ed Ucraina nasce nel 2014, con le proteste di Maidan con cui gli studenti sostenevano l’integrazione europea come risposta all’interruzione del processo di ingresso nell’Unione Europea attuato dal governo filorusso di allora. La Russia rispondeva con l’annessione della Crimea e dava sostegno alle forze separatiste del Donbass, generando di fatto una guerra civile. Una guerra che si attenua con l’accordo di Minsk del 2015 promosso da Francia, Germania, Russia e Ucraina. E’ da questo momento, secondo il mio pensiero che i paesi occidentali avrebbero dovuto impegnarsi con attività diplomatiche per arrivare ad un accordo serio e stabile che garantisse i diversi interessi. E’ pur vero che le iniziative non sono mancate ma i risultati non hanno avuto uno sbocco verso una soluzione definitiva che, forse, si sarebbe potuta concretizzare rinunciando anche ad alcuni princìpi”.

E quali princìpi?

“Rinunciare all’ingresso dell’Ucraina nella NATO, non può essere considerata una resa a Putin. Del resto la NATO ha “ congelato” le procedure di annessione della Georgia e della Moldavia per motivi politici. L’inizio dell’invasione dell’Ucraina è quindi il risultato del fallimento di ogni iniziativa diplomatica. Il presidente Biden nei suoi colloqui con Putin avrebbe, a mio avviso, dovuto offrire spiragli concreti per la composizione delle controversie. Non si è voluto dare peso ai segnali che Putin aveva mandato con l’ammassamento delle truppe ai confini dell’Ucraina e , dimenticando la dottrina sovietica che prevedeva l’invasione dell’Europa con grandi esercitazioni ai confini per passare da attività addestrative all’attacco, si è concretizzata una sorpresa che ha spiazzato tutti. Ho sentito dichiarazioni di principio, promesse di sostegno economico, di armamenti, ma nella realtà si sta combattendo una guerra sulla spalle degli ucraini”.

Ma allora il responsabile del conflitto Russia Ucraina sarà stato sicuramente Biden?

“Il mandante morale del conflitto, a mio avviso, sono stati gli USA di Biden, ritengo , pertanto, che sia ora l’America di Trump a cercare di sbrogliare la matassa e trovare il punto di equilibrio. La Russia rinuncerà ad alcuni territori occupati? Nutro dei seri dubbi. La soluzione potrebbe essere trovata nel campo economico e di nuove sfere di influenza. Il Donbass è anche territorio che sembra custodire ingenti quantitativi di terre rare, molto ricercate perché necessarie a sostenere lo sviluppo delle nuove tecnologie. Trump ha già promesso a Zelensky un contratto miliardario per il loro sfruttamento. Russia e USA sono concorrenti ed interessati allo stesso obiettivo. Come se ne esce? La gara che si è aperta nel mondo al loro accaparramento ( ne ha già fatto man bassa la Cina) diventa nuovo motivo di scontri o di accordi”.

Ma anche la Cina ha avuto il suo ruolo!

“Il contrasto all’influenza cinese può essere un altro argomento da mettere sul piatto delle trattative in funzione anticinese per cercare di allontanare la Russia dal “fratello“ cinese. Anche questa trattativa richiede molta capacità di contrattazione e non può avvenire solo in un quadro di buone intenzioni. Putin non si accontenta di promesse, ora vuole fatti e monete sonanti sulla bilancia su cui ha posato la sua spada”.

Signor Generale, grazie, ha fatto una disamina chiara e certosina, speriamo che si vadano a raggiungere accordi concreti per dare inizio ad un programmato calendario di incontri per fra i due contendenti e nello stesso tempo si ponga fine alla guerra economica.