Bocciata la norma sull’editoria, il Sindacato della Stampa Parlamentare Siciliana non ci sta. Schifani rassicura

Bocciata la norma sull’editoria, il Sindacato della Stampa Parlamentare Siciliana non ci sta. Schifani rassicura

SICILIA – Situazione incandescente nel mondo dell’editoria dopo la recente bocciatura della norma che prevedeva la presenza di almeno due giornalisti contrattualizzati nelle aziende editoriali per poter fare richiesta di contributi pubblici. Il Sindacato della Stampa Parlamentare Siciliana non si è risparmiato parole “intrise” di furia e rammarico contro chi ha ostacolato l’editoria, scrivendo una lettera aperta ai deputati dell’Ars.

Bocciata la norma sull’editoria

Nella lettera del Sindacato si legge come il sistema dell’informazione sia oggi “messo a dura prova da crisi economiche strutturali, dalla progressiva riduzione delle risorse pubbliche e dalla concorrenza di contenuti non verificati, quando non deliberatamente falsi”.

Ebbene, basti pensare alle parole del presidente Mattarella, che ha più volte ricordato che “una stampa libera e autorevole è il pilastro su cui si regge ogni democrazia matura“.

Il Sindacato parla chiaro

Un appello fermo da parte del Sindacato: ovvero quello di non permettereche i giochi di Palazzo prevalgano sul buon senso“; di non sacrificare “la libertà di informazione sull’altare di equilibri politici contingenti e, soprattutto, di non lasciare soli “i giornalisti iscritti all’Ordine, che ogni giorno, anche nei corridoi di Palazzo dei Normanni, svolgono un servizio pubblico essenziale, con rigore e spirito democratico.

“Chiediamo che la norma a sostegno dell’editoria venga riproposta, lo ha già assicurato il presidente della Regione Renato Schifani, e che venga approvata a settembre all’interno della manovra quater”.

In questo modo, si garantirebbero risorse adeguate con regole stabili e trasparenti. Tra queste, la presenza di almeno due giornalisti contrattualizzati nelle redazioni e la regolare registrazione delle testate giornalistiche nei tribunali come prevede la legge.

Verso una Sicilia che “si interroga e costruisce futuro”

Nella lettera si legge, inoltre, che sostenere l’informazione non è sinonimo di “fare un favore a una categoria o a un amico, come qualche deputato ha persino sostenuto durante i lavori parlamentari della manovra ter: significa difendere il diritto dei cittadini ad essere informati, rafforzare la trasparenza della vita pubblica, valorizzare la cultura e le energie vive dell’Isola”.

Conclude: “Una Sicilia senza informazione è una Sicilia più debole, più esposta alle opacità, più distante dai suoi cittadini. Una Sicilia con un’informazione libera, plurale e fatta da giornalisti professionisti e pubblicisti è una Sicilia che cresce, che si interroga, che costruisce futuro”.

“Confidiamo nella vostra responsabilità. Il tempo per rimediare c’è: usiamolo bene“.

Schifani risponde: “Difendere l’informazione significa difendere la Sicilia”

Nel frattempo, arriva la risposta del governatore siciliano, Renato Schifani, che accusa il “comportamento biasimevole e irresponsabile dell’opposizione e di franchi tiratori che, protetti dal voto segreto, hanno scelto di danneggiare un settore strategico per la democrazia siciliana”.

“Raccolgo l’appello del sindacato della Stampa parlamentare siciliana e confermo che il mio governo ripresenterà già a settembre la norma a sostegno dell’editoria“.

Ebbene, Schifani parla chiaro. “Non ci faremo fermare: difendere l’informazione significa difendere la Sicilia“.