CATANIA – Eseguita il 30 luglio dalla Polizia di Stato di Catania, un’ordinanza di applicazione di misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari nei confronti di un 66enne catanese.
Stalking e minacce verso l’ex moglie: un arresto a Catania
In base all’accusa e alla luce degli elementi raccolti attualmente disponibili, l’indagato è ritenuto indiziato dei reati di maltrattamenti, aggravati dall’aver commesso il fatto in presenza e in danno dei minori, nonché di atti persecutori, aggravati dal fatto di averli commessi verso una persona con cui era legata da relazione affettiva e con mezzi telematici, inviando messaggi minatori via WhatsApp.
Occorre però ricordare sempre che l’indagato è, allo stato attuale dei fatti, solamente indiziato, seppur gravemente. La sua posizione infatti sarà vagliata all’interno di un intero iter processuale, e definita solo a seguito di un contradditorio tra le parti e un’eventuale sentenza, secondo il principio costituzionale di presunzione d’innocenza.
Il racconto e la denuncia della vittima e dei suoi familiari
Il provvedimento restrittivo scaturisce da approfondimenti svolti dal personale della specializzata III Sezione Investigativa “Reati contro la Persona, in pregiudizio di minori e reati sessuali”, aventi ad oggetto un contesto contraddistinto da una serie continua di umiliazione e maltrattamenti nei confronti del soggetto passivo, sottoposto a sofferenze fisiche e morali, mediante reiterati atti di aggressione, contraddistinti da schiaffi, manate, continue minacce anche di morte, indirizzate pure all’intero nucleo familiare dell’ex moglie, condotte denigratorie ed umilianti, facenti riferimento alla sua nazionalità.
L’indagato, solito appellare l’ex moglie con epiteti offensivi, volti a sminuirla, ha avuto comportamenti possessivi di controllo continuo e intimidatori tali da sottoporla a penose condizioni di vita a causa dell’abituale e sistematica sopraffazione e del clima di prevaricazione in cui era costretta a vivere, talvolta in presenza dei figli minori della coppia (di cui oltretutto uno affetto da deficit cognitivo) e della figlia della persona offesa nata da una precedente relazione.
L’arresto
Con riferimento agli atti persecutori, grazie al dettagliato racconto della vittima e dei suoi familiari, si é evinto che, dopo la separazione legale tra i due, l’arrestato ha iniziato a monitorare i movimenti della donna e le frequentazioni della sua casa, proferendo gravi minacce (pure nei confronti della cerchia di persone a lei vicine, anche con armi) e vantando l’appartenenza al clan mafioso catanese “Pillera – Puntina” (di cui ha fatto in effetti parte in passato), attuando molestie e comportamenti aggressivi tali da cagionarle un perdurante stato di ansia da indurla a lasciare momentaneamente Catania, facendo rientro nel paese d’origine.
L’indagine, condivisa dal Giudice per le Indagini Preliminari di turno, ha portato alla disposizione per l’uomo della misura cautelare in carcere.
Espletate le formalità di rito, il destinatario del provvedimento, dopo essere stato rintracciato, è stato condotto negli uffici della locale Squadra Mobile e, ultimati gli atti, tradotto nel carcere piazza Lanza di Catania, a disposizione dell’autorità giudiziaria.